29 Febbraio-2 Marzo 2008: Viaggio in Belgio (+ Zythos Bier Festival)
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Giovedì 28 / Venerdì 29

Partiamo verso le 20, sempre con un camper noleggiato dallo stesso noleggio dell'altra volta (non era lo stesso mezzo ma era comunque identico, solo un po' più nuovo). Come a dicembre sono presenti Michele, Peppo ed il sottoscritto, ma stavolta Cinghio, che sarebbe andato in aereo insieme a Valter (Loverbeer), è sostituito da Seba (che era già venuto nel primo viaggio di marzo '07). Stavolta non ci fermiamo a cena da nessuna parte (io avrei provato volentieri l'Officina della Birra di Bioggio), salvo una breve pausa in un autogrill prima di Como. Puntiamo diretti verso il Belgio, all'ingresso in Svizzera ci tocca comprare il bollino dell'autostrada (che abbiamo poi dovuto lasciare attaccato al camper, sob) ma a differenza di dicembre nessuno ci minaccia di sottoporci a strani test. Io guido fino a dopo Lucerna, per poi lasciare la guida agli altri che si alternano fino a Mons (Belgio), dove torno al posto di guida e conduco il camper lungo l'ultimo tratto del nostro viaggio che aveva come destinazione la zona di Poperinge, nelle Fiandre occidentali al confine con la Francia.

Usciamo dal Belgio ed attraversiamo un pezzo di Francia, per poi rientrare in Belgio e giungere alla nostra prima tappa: Abeele/Abele, pittoresco villaggio delle Fiandre tagliato in due dal confine Franco-Belga (se sulla strada principale effettui un sorpasso cambi nazione), famoso tra i beer-hunters per ospitare il beer-shop Noel Cuvelier (che penso sia il nome del proprietario). Trovato il negozio con qualche difficoltà (è leggermente inculato) parcheggiamo il camper nell'ampio piazzale ed entriamo. Praticamente è un negozio "generico", una specie di supermercatino (tantoché è fornito di carrelli della spesa) con un reparto birra decisamente ben fornito. Ci dotiamo di apposito carrello ed iniziamo la cernita tra le birre presenti. Ve ne sono moltissime mai viste nè sentite, specialmente dei produttori Strubbe di Ichtegem (al quale il negozio stesso commissiona due birre -non male-) e Silly (dell'omonimo villaggio nell'Hainaut), e numerose di produttori "minori" o difficili da trovare. Per la vicinanza geografica ve ne sono anche alcune delle Fiandre francesi (bières de garde...), infine sono ovviamente presenti alcuni "classiconi" come De Dolle, Van Eecke, ecc. Troviamo anche le "Queue de Charrue" che il dranken Vanuxeem di Ploegsteert (villaggio situato nell'exclave dell'Hainaut circondata da Fiandre occidentali a nord e Francia a sud) commissiona a Verhaeghe di Vichte. Il tutto condito da prezzi decisamente inferiori alla media (1 euro o poco più per le bottiglie da 33 cl). Non possiamo pertanto non riempire i nostri carrelli, io prendo anche dei cioccolatini che si riveleranno buonissimi e alla cassa la signora mi regala dell'ulteriore cioccolato, riconoscente per lo scontrino-papiro appena emesso. Aggiornamento 2008: giunge voce che a fine anno il negozio potrebbe aver chiuso: aspettiamo notizie, sperando in una smentita.

Carichiamo il camper riempiendolo quasi del tutto dopo solo un'ora dal nostro arrivo, ripartiamo e sconfiniamo nuovamente, tornando in Francia per andare a prenderci un aperitivo (?) al 't Kasteel Hof di Cassel (suggerito da Monica e Davide Bertinotti e dal compianto John White sui rispettivi siti). Cassel è un grazioso paesino arroccato su un solitario monte che si erge sulla piana sottostante (a dir la verità in zona ci sono altri due monti, il Mont des Cats e il Mont Noir, i quali danno il nome alla famosa birra "3 Monts" (la cui traduzione in italiano rischia di sconfinare nella politica e nella finanza creativa) prodotta da St. Sylvestre a St. Sylvestre-Cappel (che si trova sotto al monte di Cassel)). Scaliamo col nostro pesante camper la strada in pavé (argh) ed arriviamo nella Grand Place del paese; qui però commettiamo l'errore di non parcheggiare lì il camper ma ci inerpichiamo ulteriormente, sapendo che il locale si trova in cima al monte di fronte al mulino. Bene, NON FATELO!! Ci incastriamo in una stradina strettissima e peraltro a fondo cieco: ridiscendere dalla stessa ci costa una grande fatica, tempo e anni di vita per il timore di non farcela. Dopo un quarto d'ora di angoscia (con buona parte del paese che ridendo ammirava le nostre gesta) riusciamo ad uscire dall'impasse e parcheggiamo il camper nella cara vecchia piazza sottostante. Raggiungiamo quindi l'Estaminet a piedi ed entriamo: il locale è bellissimo (vedi foto), con arredi antichi che forniscono una grande atmosfera. Trovandosi sulla vetta del monte la vista è molto scenografica. La lista delle birre non è lunghissima (sulla settantina) ma comprende numerose birre artigianali francesi (soprattutto della zona) altrimenti difficili da trovare. Come primo giro prendo una "Blonde d'Esquelbecq", gli altri prendono una "Rouge Flamande" ed una "Maline" (tutte e tre della Brasserie Thiriez di Esquelbecq) ed una "Moulin d'Ascq Ambrée", che nonostante fonti autorevoli dicano prodotta dall'omonima brasserie a Villeneuve d'Ascq (vicino a Lille), sulla stessa bottiglia era indicata come prodotta dall'onnipresente De Proef (!) (di Lochristi, in Belgio!) Mistero? Le quattro birre sono comunque tutte buone e gradevoli, e placano la nostra grande sete (siamo stati ore in Belgio senza bere nulla!). Vediamo che alcuni degli altri avventori stan pranzando; i piatti, dall'aspetto e dal profumo molto invitante, sembrano molto vicini a quelli della tradizione fiamminga-belga (d'altra parte siamo nelle Fiandre francesi, ed il Belgio è a pochissimi chilometri), cosa della quale potremmo tenere conto in un futuro viaggio, dal momento che stavolta avevamo prenotato al celebrato Hommelhof di Watou (appena al di là del confine). Visto che ormai avevo contattato il ristorante per avvisare del nostro ritardo, optiamo per un secondo giro: io chiedo la "Kassels Bier", prodotta per il locale da St. Sylvestre; mi viene però detto che non c'è perchè viene prodotta ogni anno a metà marzo, perciò scelgo un'altra birra francese mai assaggiata, della quale ora non ricordo il nome, ma, siccome neanche questa era presente, il garcon mi consiglia la "Biere des Sans Culottes" della vicina Brasserie La Choulette, accetto l'offerta: la birra è dominata dal malto, dalla dolcezza e da una specie di ossidazione che la rende gradevole. Non sono l'unico ad avere problemi nell'ordinazione dal momento che Peppo ordina anch'egli una birra della quale ho dimenticato il nome ma gli arriva la Ambrée d'Esquelbecq. Seba e Michele dividono invece una bottiglia da 75 Cl di "Delice de l'Artois à la Griotte", una specie di sidro aromatizzato con griotte (amarene), violetta e more, molto "pétillante", aromatico e dissetante ma dolcissimo! Si è fatto tardi e lasciamo il bellissimo KasteelHof, non prima però di aver comprato qualche bottiglia nel piccolo negozietto interno al locale. Davvero un gran posto, sia come scelta che come ambientazione e atmosfera.

Ci dirigiamo a tutta velocità verso Watou, dove come già detto avevo prenotato per mangiare al ristorante 't Hommelhof. Parcheggiamo nella piazza (con tanto di chiesa e cimitero) ed entriamo nell'elegante ristorante; è un po' tardi (circa le 13.45), ci scusiamo per il ritardo ma ci viene messa un po' di fretta (pare che la cucina chiuda molto presto...), a me sembra proprio che il cameriere abbia detto di ordinare tutti lo stesso piatto per velocizzare... Abbiamo fatto finta di non aver capito e ce ne siamo fregati, facendo le nostre ordinazioni; io ho preso dei "Tournedos" (c'era scritto "ricetta originale belga"), molto saporiti e raffinati; gli altri hanno comunque preso piatti unici di carne. Il menu era comunque molto invitante, con numerosi piatti cucinati con la birra (soprattutto dei due birrifici di Watou, Van Eecke e St. Bernard). Da bere abbiamo preso unanimi la Cuvée 't Hommelhof, prodotta appositamente per il locale dal già citato Van Eecke. Si dice sia una versione invecchiata in bottiglia della famosa Hommelbier, non so se questo sia vero ma comunque la somiglianza era evidente (e questo, tenendo conto di che birra sia la Hommel, è bene). Lasciamo quindi l'Hommelhof, peccato esserci arrivati così al limite, avremmo anche potuto mangiare altro: i piatti del menu e i piatti del giorno scritti sulla lavagnetta sembravano davvero invitanti, anche se il costo non era certo popolare: il conto che abbiamo pagato era ai livelli degli altri ristoranti (sui 25 € a testa), ma avendo preso un solo piatto a testa e una bottiglia da 75 cl divisa in quattro. Usciamo nel grigio inverno belga e ci dirigiamo verso la prossima tappa in programma: il "Picobirrificio" Alvinne, recentemente trasferitosi a Heule (sobborgo di Kortrijk) presso il quale era organizzata una festicciola mica male, chiamata "Pré-ZBF".

Arriviamo quindi alla Picobrouwerij Alvinne, ma solo dopo aver incontrato per strada una vecchia "Brasserie - Malterie" della quale non ricordiamo il nome (azz!) a Poperinge (peccato non aver avuto tempo per fermarsi al famoso Museo del Luppolo) e soprattutto un semaforo in autostrada (sul serio, vedi nelle foto).
Ma tornando alla birra, dopo un tour degli impianti produttivi guidato dal fratello di Davy Spiessens (con uno svedese che imperversava con le domande) saliamo finalmente al piano di sopra, dove nell'ampia sala degustazione venivano servite le birre in programma, tutte "di un certo livello": Westvleteren 12, Rodenbach Vin de Céreale, Alvinne Podge Belgian Imperial Stout Oak Aged (foto), Struise Pannepot Grand Réserva, più come bonus la Extra Restyled e una fantomatica "Oud Bruin" (entrambe di Alvinne ed entrambe alla spina). Nel frattempo incontriamo Schigi e moglie, insieme a Tyrser e babbo, ed in breve tempo sopraggiungono numerosi altri italiani, tra tutti Stefano Ricci e Michele Galati (dell'Abbazia di Sherwood). Valter e Cinghio invece, sentiti telefonicamente, hanno preferito andare da Cnudde a Eine (Oudenaarde), ad assaggiare l'ultima, venerabile, vera oud bruin. A proposito di oud bruin: quella di Alvinne, fattami gentilmente assaggiare da Tyrser, manifesta una prepotente infezione... peccato. Le altre birre presenti invece, comprese le altre di Alvinne, sono eccezionali, e tra Westvleteren 12, Pannepot Grand Réserva e Podge BI Stout Oak Aged (tutte 5 Euro la bottiglietta) è difficile eleggere la migliore. Oltre ai tavoli per la festa era stato allestito anche una vendita di bottiglie, sia di Alvinne, sia di altri produttori. Tra questi spiccavano alcuni di quei rari "bierfirmas" che producono presso gli impianti di Alvinne, ovvero 't Alternatief e Lupuline; qualche bottiglia di Pannepot Réserva (che Schigi ci ha gentilmente lasciato...) e bottiglie "vintage" (dal 2000 in avanti) di Cuvée Van de Kaizer a prezzi ridicoli (poco più di 6 euro quella del 2000). Purtroppo la Podge BI Stout Oak Aged non viene venduta, anche se veniva servita dalle bottiglie. Facciamo quindi un po' di acquisti (con qualche difficoltà a scendere con gli scatoloni da una scaletta realizzata contro qualsiasi norma di sicurezza) e torniamo al camper, dopo esserci dati appuntamento con gli altri italiani per la "Notte della Grande Sete" in programma più tardi ad Eizeringen.

E proprio la Nacht van de Grote Dorst era la nostra tappa successiva: arriviamo ad Eizeringen in circa un'ora, ma il piccolo villaggio (da noi già visitato a dicembre) è letteralmente preso d'assedio, e ci tocca lasciare il camper non vicinissimo alla piazza (dove si sarebbe tenuta la festa). Arriviamo quindi in piazza: la festa si tiene tra due tendoni temporaneamente allestiti e il locale "In De Verzekering Tegen de Grote Dorst", organizzatore dell'evento, da noi già visitato a dicembre. Come preannunciato dai numerosi veicoli parcheggiati c'è moltissima gente, e complice un tempo non dei migliori i tendoni sono stipati all'inverosimile, rendendo necessarie lunghe code per farsi servire da bere da ognuno degli "stand" dei produttori o assemblatori di Lambic associati all'HORAL (Lindemans, Timmermans, Girardin, Hanssens, De Cam, De Troch, Drie Fonteinen, Boon: manca Cantillon perchè si rifiuta di mischiarsi con chi affianca alla produzione tradizionale prodotti addolciti per il mercato di massa). I produttori comunque hanno portato i loro prodotti "autentici" e non zuccherati, oltre ad alcuni lambic non convenzionali, ad esempio un buon "Frambozenlambik" di Boon servitoci da una piccola botte (nella foto insieme alla botte di Lambic Boon). Come se non bastasse tutto questo, all'interno del locale era disponibile per l'eccezionale occasione, Kriek di Eylenbosch del 1994 (quindi presumibilmente prodotta da Keersmaeker, e non più a Schepdaal?) alla spina. La moneta del festival sono dei gettoni metallici (con tanto di iscrizione dell'evento) del prezzo di circa 1,50 euro (a seconda di quanti se ne acquistavano). Per quanto riguarda il cibo (erano le otto passate ed avevamo fame) invece ci siamo dovuti accontentare di due banchetti di frituur che servivano hamburger e patatine (quest'ultime ovviamente buonissime, anche se la salsa piccante era un po' troppo piccante!!)
Tra le numerose bevute della serata degne di nota (ovviamente) l'incredibile Kriek Eylenbosch e le produzioni di Hanssens e De Cam; un po' di delusione per il prezzo altissimo di alcune bottiglie (ad esempio oltre 10-15 euro per una bottiglia di 3Fonteinen Hommage...). Per curiosità abbiamo assaggiato la "Chapeau Oude Geuze" di De Troch (in bottiglia), trovandola leggerina e molto citrica ma per niente malvagia, a conferma del fatto che i produttori di lambic addolciti siano benissimo capaci di creare prodotti tradizionali ed autentici ma preferiscano perseverare nel violentarli con zuccheri e sciroppi in nome del mercato.
Ma la vera sorpresa della serata è l'impressionante numero di italiani presenti alla manifestazione, sicuramente primi come presenza straniera per nazionalità. Presenti Colonna (Macchesieteecc.), Alex (4:20), Leonardo (Birra del Borgo) e altri dei Domozimurghi Romani, Kuaska con la Compagnia della Birra di Genova, Allo (Bruton), Sandro Roggiery, Zurgo ed altri dell'Ars Birraria di Massa, numerosi altri già conosciuti che farei fatica ad enumerare e soprattutto tantissimi appassionati "fuori dal giro" del newsgroup e della comunità birraria italiana sul web. Allo stesso tempo, impressionante il calo di presenza degli statunitensi (quasi assenti, state tranquilli che quando ci sono si notano anche più degli italiani...) presumibilmente stoppati dal Dollaro in caduta libera. Queste considerazioni di "geopolitica birraria" però ci hanno seriamente dato da pensare: i beer-lovers italiani dopo essersi diffusi in patria stanno ora invadendo l'Europa e, se da un lato la cosa non può far che piacere, dall'altro lato abbiamo realizzato il vago timore (della serie "oddio, cosa abbiamo fatto...") che noi e i nostri connazionali stiamo rapidamente rubando il ruolo agli statunitensi di "disordinati cannibalizzatori" della tranquilla realtà belga. Tornando al racconto della serata, entriamo nel locale a ritirare l'acquisto di lambic vari effettuato sul web qualche giorno prima. Purtroppo il camper come già detto era parcheggiato abbastanza lontano, quindi ci siamo dovuti scammellare decine di kg di lambic su per la salita... Già che avevamo raggiunto il camper, abbiamo pensato di spostarlo in un luogo più tranquillo per poi passar la notte (anche perchè era parcheggiato in forte pendenza). Purtroppo il posto davanti alla casa dell'avvocato (vedi report di dicembre) era occupato, ma mentre perlustriamo Eizeringen a bassa velocità succede l'incredibile: una coppia di locali (sulla sessantina) ci ferma e (in corretto inglese) ci chiede se stessimo cercando posto per passare la notte. Alla nostra risposta affermativa il signore ci dice di seguirlo, che anche loro hanno un camper e che ci avrebbe fatto parcheggiare al sicuro nel suo cortile! Addirittura insospettiti da cotanta ospitalità titubiamo un istante, ma dopo un breve consulto accettiamo: l'uomo si mette a correre (sotto alla pioggia!) davanti al nostro camper e ci guida fino a casa sua, ci apre manualmente il cancello e ci fa parcheggiare nel suo prato... Addirittura ci vuole far attaccare all'elettricità, ma non riusciamo causa spine italiane e prese belghe non compatibili. Noi, discretamente imbarazzati, ci accertiamo di non disturbare, spiegando che la mattina dopo saremmo partiti presto e che comunque la sera stessa saremmo ridiscesi in piazza: il signore ci rassicura che non c'è nessun problema, che il cancello si apre manualmente e che da loro saremmo stati "100% safe". Come se non bastasse, la moglie ci dona due tavolette di cioccolato per la colazione! Siamo increduli: a dicembre avevamo sì constatato l'ospitalità e la gentilezza dei belgi ma davvero non pensavamo potesse arrivare a questo punto; mi auguro che i coniugi non vengano mai in Italia perchè resterebbero seriamente delusi (gli abbiamo anche spiegato che da noi una cosa così è inconcepibile). Al culmine della gentilezza, il signore si scusa per il pessimo tempo atmosferico!!! Dopo averli salutati io e Peppo torniamo in piazza perchè avevamo ancora sete, mentre Michele e Seba, carenti di fegato, restano un po' in camper a riposare :-) Nel frattempo si era levata una tempesta biblica, con pioggia e un vento fortissimo che minava seriamente la stabilità dei tendoni (temevo seriamente prendessero il volo da un momento all'altro), situazione risolta legandoli a delle Jeep. Verso fine serata Seba e Michele riemergono dal camper e tornano in piazza; nel frattempo la folla si è notevolmente diradata: finiamo i gettoni rimastici con una kriek di De Cam e stavolta torniamo definitivamente in camper per dormire. Nel frattempo scherziamo tra noi sull'ospitalità senza secondi fini dei signori, soprannominandoli "Rosa e Olindo" in previsione di qualche loro sanguinaria vendetta nei nostri confronti.


Sabato 1

Fortunatamente i nostri gentilissimi ospiti non dimostrano di meritarsi tale infamante soprannome, ma la notte in ogni caso non passa affatto tranquilla a causa della violenta tempesta che si stava abbattendo sul Brabante. Diluvio a parte, il nostro camper viene sballottato tutta la notte da un forte vento, ed in particolar modo per il sottoscritto che dormiva nel letto a castello più alto, la notte passa quasi insonne per il timore di rovesciarci su un fianco. Questa tranquilla dormita però dura poco più di quattro ore, dal momento che avevamo puntato la sveglia alle cinque perchè volevamo essere presenti all'apertura del "Brassin Public" da Cantillon, alle 6:30. Il risveglio però è molto più duro del previsto, e nelle nostre facce è possibile leggere la domanda "chi ce l'ha fatto fare". Tra l'altro le fasi di risveglio e preparazione durano molto più del previsto, data la nostra "inerzia". Il risultato è che lasciamo Eizeringen e il cortile di Rosa e Olindo verso le sette e mezza. In una ventina di minuti raggiungiamo la periferia di Bruxelles, dove decidiamo di non entrare in città con l'ingombrante camper, data l'esperienza traumatica di dicembre (vedi report). Cerchiamo quindi un qualche parcheggio di interscambio con la metropolitana senza tuttavia trovare nulla di più che un semplice parcheggio lungo una strada periferica: strano che in un paese "più civile" come il Belgio non sia stata pensata l'eventualità di costruire parcheggi di interscambio, cosa che incredibilmente in Italia spesso viene realizzata. Parcheggiamo quindi il camper, ma due cose ci lasciano perplessi: la prima, che per terra in corrispondenza di ogni posto ci fossero frammenti di vetro, il che faceva pensare che la posizione del camper non fosse esattamente delle più sicure. La seconda, che ormai erano superate le otto, e quindi tra il tempo di entrare in Bruxelles, partecipare al Brassin Public e uscire dalla città con tutta probabilità non avremmo più fatto in tempo a riposare e si sarebbe fatta subito ora di pranzo. Dopo qualche minuto di dubbi, decidiamo quindi di rinunciare al Brassin Public (c'eravamo anche già andati l'anno prima) e di trasferirci a Denderleeuw, per dormire ancora qualche ora (in vista poi della giornata che sarebbe stata "abbastanza intensa") e poi pranzare al mitico De Heeren. Arriviamo quindi a Denderleeuw, parcheggiamo il camper nell'ampio parcheggio del supermercato Delhaize situato proprio di fronte al DHVL e facciamo la consueta spesa birricola. Con dispiacere noto che i prezzi sono leggermente aumentati rispetto a Dicembre, ma sono comunque ridicoli se confrontati a quelli italiani. Terminata la spesa, torniamo al camper dove, oscurate le finestre, torniamo a dormire per un paio d'ore.
Veniamo svegliati a mezzogiorno dalle campane della chiesa di Liedekerke e da una telefonata di Cinghio che chiedeva perchè non fossimo venuti al Brassin Public. Subito dopo, un po' intontiti, lasciamo il camper ed entriamo al mitico De Heeren Van Liedekercke, che dopo la cena di dicembre era rimasto nei nostri cuori. Entriamo e veniamo accolti dallo stesso competente ragazzo che si era già curato di noi a dicembre. Anche stavolta il "boss" Joost De Four non c'è, ci viene detto che è allo Zythos Bier Festival con un suo stand per vendere dei cioccolatini alla birra che il locale commissiona ad un cioccolataio di Denderleeuw, ci sono però la moglie Jessie e il fratello Tom, l'eccezionale cuoco. Prendiamo presto visione del menu, nonostante ci sia anche una copia in inglese siamo oramai in grado di destreggiarci a sufficienza con quello in fiammingo. Stavolta non ci viene portata subito la carta delle birre "vintage" ma dobbiamo chiederla al ragazzo. In ogni caso, abbiamo ben presente cosa ordinare come primo giro: le stupende gueuze Cuvée Joost & Jessie, che già avevamo preso a dicembre. Da mangiare io prendo uno stoemp, ricordando quanto era buono quello degli altri a dicembre. Per il secondo giro consultiamo la lista, e tra le decine di bottiglie incredibili scelgo una Westmalle Extra del 2000, visto che nessuno voleva dividere una tra le vecchissime kriek e gueuze presenti. Gli altri prendono Arabier '87, con ragno morto incluso (Michele, memore di quanto era buona quella di Peppo di dicembre), Boskeun '00 e una Felix Oud Bruin ('91) del defunto Clarysse di Oudenaarde, che si rivela una scelta divina (nonostante Seba l'avesse presa praticamente a caso...), nonostante l'età perfetta nel suo stile, con un lattico che ormai è difficile trovare... Nel frattempo il ragazzo ci riconosce, ricordandosi di noi nel precedente viaggio. Il nostro godimento prosegue coi dolci, in particolare la mia mousse di cioccolato (altro grande patrimonio belga) è superlativa. Nonostante una carta delle "Oude Bieren" da iperuranio, non andiamo oltre, in quanto ci aspettava nel pomeriggio lo Zythos Bier Festival a Sint Niklaas, e dovevamo conservarci il più possibile. In ogni caso il De Heeren è una "Mecca" dei birrofili, e si è confermato come il nostro locale belga preferito.
Paghiamo il solito conto onestissimo e lasciamo il mitico ristorante, diretti a Sint Niklaas per lo Zythos Bier Festival. Facciamo gasolio con qualche difficoltà (parecchi distributori in Belgio accettano solo una qualche strana carta) e ripartiamo, seguendo il percorso Liedekerke-Asse-Dendermonde-Sint Niklaas (passiamo davanti al mitico Koekoek, senza tuttavia fermarci).

Poco più di 40 minuti di tranquillo viaggio attraverso le Fiandre e siamo a Sint Niklaas, cittadona delle Fiandre Orientali di circa settantamila abitanti famosa per il festival delle mongolfiere (tipo Mondovì) e lo Zythos Bier Festival, che ci vede alla nostra seconda presenza. Arriviamo senza problemi di orientamento nella zona della stazione (dove si trova la sala comunale delle feste), ma disgraziatamente non c'è posto per il nostro camper nel parcheggio multipiano dell'anno scorso, in quanto troppo alto. Girovaghiamo un po' per le vie circostanti e troviamo miracolosamente un posto, che però mi costringe a numerose manovre. Altro inconveniente è che era richiesto il disco orario: lo imposto con l'ora di arrivo, ma poi durante la nostra permanenza al festival ci siamo completamente dimenticati di "aggiornarlo", fortunatamente nessun vigile se n'è accorto. Nel frattempo proprio dietro a noi parcheggiano i ragazzi di Massa, insieme ai quali ci rechiamo al festival. Entriamo, prendiamo bicchiere e gettoni (aumentati, 1.20 €) e cerchiamo subito di trovare un posto nei pochi tavoli presenti, senza tuttavia riuscirci. Iniziamo quindi a degustare le birre che nelle nostre liste avevano la priorità, ovvero la nuova Halleschelle di Alvinne (buona), la "Balzello" di Boelens (molto buona, arditamente speziata), il cui nome è stato scelto da Kris Boelens dopo aver apprezzato il suono del nome di una via di Pienza, la mitica Cuvée De Ranke (blend di sour ale e lambic di Girardin), la Cuvée Angelique di Glazen Toren, anch'essa una delle migliori. Purtroppo mancava il dominatore dell'edizione precedente, ovvero Struise, a causa di varie difficoltà dovute a guadagni troppo ridotti per i produttori e ormai un'estrema sovrabbondanza di festival (solo allo ZBF ci hanno dato volantini per una decina di altri eventi), discorsi che potrebbero dar luogo a lunghe riflessioni che però qui trascuriamo. Le altre birre degne di nota assaggiate nel pomeriggio sono state la "Bosprotter" di 't Hofbrouwerijke (produttore sconosciuto ma da tenere d'occhio), la Extra di Contreras (produttore che approfondirei, ma raro da trovare), la curiosissima Meso di 't Smisje (uno strano tentativo di riprodurre una "birra primordiale", il risultato sembrava una limonata, ma a me è piaciuto...), più ovviamente alcuni "classiconi" in ottima forma, come la mitica Avec le Bons Voeux (Dupont), la Rulles Estivale, la Witkap tripel e la Paasbier di Slaghmuylder (volevo assaggiare la sconosciuta 'Greut Lawauitj' ma non c'era...), la Vicardin (blend di "Vicaris", prodotta da De Proef, e lambic Girardin) e alcune di Van Eecke che tuttavia non mi hanno fatto gridare al miracolo. Purtroppo mi son dimenticato di assaggiare il lambic di De Troch, dato che ero sicuro di trovare una piacevole sorpresa come si era rivelata la Gueuze della sera prima. L'ultima parola spetta alla Hopsinjoor di Gouden Carolus (peraltro assaggiata subito), dal momento che proprio questa birra ha vinto il concorso popolare tra le birre del festival. Molto buona per carità (molto meglio di altre iperluppolate belghe, tralasciamo i discorsi sulla legittimità di questo nuovo 'trend'...), ma non me la sentirei di giudicarla "best of the show"; vedendo però la top ten del concorso ho la forte impressione che si sia voluto premiare le novità (sei su dieci erano al loro primo Zythos...) piuttosto che le birre davvero meritevoli. Dal canto nostro tuttavia non abbiamo assaggiato molti di quei "capolavori" ai quali mi riferivo, come le produzioni di De Dolle, De Ranke, Zennebrouwerij (nella foto lo stand e Yvan De Baets), perchè abbiamo voluto concentrarci appunto sulle novità (non trovandole però sempre buonissime...!) In ogni caso, anche qui l'Italia era ben rappresentata (anche se in maniera meno massiccia che al Grote Dorst), anche con alcuni giovani birrai (Allo, Marco del Bauscia) che rappresentano il futuro della birra italiana. Verso il tardo pomeriggio troviamo posto a sedere, mangiamo qualche cibo sano (frituuuuuur) venduto dai baracchini montati all'interno della sala e iniziamo ad lasciare la sala, non prima però di fare qualche acquisto, come la Heerenbier che Boelens fa per il De Heeren, rivelatasi poi eccezionale e i famosi cioccolatini alla birra sempre del DHVL, cari ma anch'essi buonissimi.

Lasciamo quindi Sint Niklaas senza tuttavia aver bevuto più di tanto, perchè ci dovevamo conservare per la successiva tappa: il De Gans di Huise (vicino Oudenaarde), piccolo localino sperduto del quale però avevo sempre sentito parlare molto bene. In poco meno di un'ora arriviamo ad Huise (anche qui strada in pavé...) e troviamo abbastanza facilmente il locale, che si trova poco fuori dal paese. L'ambiente è molto cordiale e rustico, ed è caratterizzato dalle innumerevoli oche (vedi foto), i gestori (una simpatica coppia non più giovane) sono un po' stupiti di avere clienti stranieri e ci chiedono come fossimo venuti a conoscenza del locale... Le liste sono stampate su cartoncini a forma di oca, ma dobbiamo chiedere per un'apposita lista delle birre vintage. Purtroppo non vi è nulla di quanto trovato da Monica e Davide Bertinotti nel 2003... in ogni caso non ci va male: spuntano due magnifiche Goudenband dei tempi d'oro (una del 1987 da 75 Cl e una del 1995 da 37,5 Cl) più un'altra sorprendentemente buona Oud Bruin prodotta da Roman (le cui attuali produzioni non fanno proprio impazzire) negli anni '80. Come se non bastassero, troviamo anche una Kriek Eylenbosch da 37,5 del 1994 (lo stesso anno di quella bevuta la sera prima alla spina!), e una Riva Tripel di fine '80 sorprendente, la quale, insieme alle ottime oud bruin fin ora bevute, ci fa veramente rammaricare di come i produttori di questa zona (Oudenaarde e dintorni) abbiano davvero fatto seppuku e non siano più in grado di produrre birre di tal livello. Resta solo Cnudde, il quale a questo punto non potrà sfuggirci al prossimo viaggio. Per abbinare di tutto ciò prendo una specie di bruschettona iperfarcita, comunque non male (non c'erano piatti veri e propri). Fattasi ormai sera e provati dalla dura giornata (sebbene non ai livelli del venerdì) paghiamo (totale tipo 50 euro...), salutiamo ed usciamo, appisolandoci subito nel camper parcheggiato in uno spiazzo di fronte al locale.
Non si rivelerà una buona idea...


Domenica 2

La notte trascorre molto più tranquillamente rispetto alla precedente, fatta eccezione per l'antifurto del nostro camper messosi a suonare un paio di volte. Sono il primo a svegliarsi, apro la tendina dal lato sinistro del camper e davanti ai miei occhi ho una tipica scenetta agreste con oche, pecore ed animali vari (col cielo sempre coperto), apro la tendina dal lato destro e davanti ai miei occhi ho due agenti e un furgone della Polizia... ?!?!! Un pò preoccupato apro -sveglio da 30 secondi e ovviamente ancora in pigiama- la porta del camper e saluto, questi (molto gentilmente) mi chiedono i documenti degli occupanti. Dopo un breve controllo e qualche domanda in perfetto inglese (proprio come in Italia!) sulle nostre intenzioni gli agenti, sempre molto gentilmente, ci spiegano che avevamo bivaccato in un parcheggio privato e che quindi dovevamo andarcene, ma di fare pure con calma! Siamo di nuovo colpiti, pur nell'inequivocabile torto siamo stati nuovamente trattati con estrema gentilezza: non penso nemmeno un secondo di abusarne ed ancora in pigiama sposto il camper, dirigendoci verso un parcheggio pubblico di Huise. Qui, rinfrancati dall'esito amichevole dell'incontro con le forze dell'ordine, ci prepariamo alla giornata, mentre fioccano le ipotesi su cosa sarebbe successo in un caso analogo da noi (probabilmente mezza giornata persa in commissariato -in pigiama- per poi concludersi in niente). Ci mettiamo quindi in cammino verso l'Italia, ma in programma c'era ancora un'ultima tappa: il pranzo all'Ange Gardien, il ristorante adiacente alla famosa Abbazia D'Orval (nel Lussemburgo Belga, al confine con la Francia). Purtroppo veniamo rallentati sia dall'inconveniente prima descritto, sia da alcune code sul Ring di Bruxelles, sia dal Carnevale di Florenville, quando ormai mancavano pochi chilometri all'abbazia.

Raggiungiamo quindi l'Abbazia D'Orval poco prima delle 14, e quindi entriamo subito all'Ange Gardien. L'ambiente è più informale rispetto ad altri ristoranti già incontrati nel viaggio (tovagliette di carta, menu plastificati, ecc.), più ampio e più frequentato, con una clientela variegata (famiglie, giovani, gruppi organizzati...), in ogni caso noi siamo venuti sì per mangiare ma sopratutto per poter finalmente gustare la Pétite Orval, ovvero la versione "più leggera" (3,5% Vol.) della conosciutissima Orval, riservata ai monaci dell'abbazia e disponibile (quasi...) solo all'Ange Gardien. Ognuno di noi quindi ne ordina una, il cibo è ovviamente incentrato sul formaggio (l'altro prodotto tipico dell'abbazia) ed io prendo la Floriflette, da confrontare con l'ispirata Orvaliflette del De Heeren (che ovviamente vince, ma io sono di parte...); la cucina è ovviamente diversa da quella fiamminga con la quale però ha in comune il frequente uso della carne trita; il giudizio comunque, da parte mia, è buono. Per quanto riguarda la Pétite Orval la troviamo degnissima sorellina della Orval, d'altra parte sembra che la differenza sia in una maggiore diluizione del mosto. Per effettuare un confronto immediato ordiniamo una Orval a testa, ma ci arrivano ancora le Pétites... vabbé! Finito il pranzo ci incamminiamo verso la vicina Abbazia: purtroppo il tempo non aiuta ma lo scenario è meraviglioso e l'abbazia si staglia imponente. Entriamo e ci dirigiamo subito verso lo shop, dove tra gadget più o meno sacri viene venduta anche la birra in casse da 12 a prezzi di poco sopra all'euro a bottiglia (io prendo anche un pezzo di formaggio). L'abbazia purtroppo non è visitabile, ma da quel poco che si vede prima dello shop deve essere un vero gioiello; sono visitabili le rovine dell'abbazia medievale (distrutta nel 1793 dai rivoluzionari) pagando circa 4 euro, io propongo ma gli altri suggeriscono di ripartire in quanto è ormai pomeriggio inoltrato. Lasciamo quindi la splendida Abbazia d'Orval sulla quale comunque tanto si è scritto e della quale assolutamente consiglio la visita, birra o no...

Mi rimetto alla guida del camper e dirigo verso la Francia, facendo un percorso che tagliava sì via il Lussemburgo (senza quindi possibilità di fare incetta di carburante) ma accorciava nettamente la percorrenza, permettendoci di sbucare sulla strada tradizionale nei pressi di Thionville (la quale ha una chiesa gotica a 2 metri dall'autostrada). Appena dopo Orval eravamo transitati da Gerouville, ameno paesino vallone nel quale si dovrebbe trovare il birrificio "Gigi" il quale però non è stato identificato, forse era chiuso, boh. Tornando al viaggio, attorno alle 20:30 siamo nel bel mezzo dell'Alsazia, pertanto propongo di fermarci al pub St. Ulrich a Ribeauvillé, citato da Kuaska e Schigi nel report di un loro precedente viaggio. La proposta viene accettata, data anche la minima (pochi km) variazione di percorso, ed usciamo pertanto dall'autostrada. Appena entrati a Ribeauvillé restiamo stupiti dalla sua bellezza: il paesino è composto da tipiche case alsaziane in graticcio dai variopinti colori, ed è sovrastato da una montagna sulla quale si ergono ben tre castelli. Inoltre i decori sono deliziosi, con numerose fontane, strade in pavé e via dicendo (Seba probabilmente includerebbe anche le due ragazzine alle quali abbiamo chiesto indicazioni!), e come se non bastasse si direbbe proprio che il paese sia un centro vinicolo di primissimo piano; sicuramente merita una visita ben più approfondita, a saperlo non ci saremmo arrivati la domenica sera; peccato anche non aver fatto foto (un po' per la fretta, un po' per la precaria illuminazione). Dopo qualche titubanza troviamo la brasserie St. Ulrich che si trova nella piazza in fondo alla strada principale (avremmo fatto molto prima con la "circonvallazione" ma ci saremmo persi il magnifico centro). Il pub è molto piccolo ma molto bello, estramamente curato come il resto del paesino, e curiosamente il ragazzo che ci serve si rivela essere romano, da poco trasferitosi ("Checcefate 'arribovìlle?"), gli avventori locali però sembrano un po' sfottere la nostra italianità, ma noi siamo campioni del mondo e loro no. Purtroppo non vi è cibo, ad esclusione di alcuni (buoni) salamini locali aromatizzati alle erbe. Decidiamo quindi di bere, destinando al cibo un kebabbaro poco lontano visto nel tragitto... La lista delle birre è molto buona, niente di miracoloso ma con tutti i classici belgi e qualche birra francese. Io opto per una "3 Monts", la famosa birra ormai nuovamente ministro dell'economia già citata ad inizio report, che si rivela sorprendentemente buona (giudizio forse viziato da un intero pomeriggio passato senza birra?). Dopo questo "aperitivo" lasciamo il bel pub e torniamo verso al camper, passando però dal kebabbaro e consumandoci un tipico kebab alsaziano (buono però). Per strada noto anche un beer-shop (ovviamente chiuso), "S'Bierladl" (vedi foto, fatta col cellulare). Ripartiamo da Ribeauvillé lanciando una immaginaria monetina in una delle sue fontane e stavolta puntiamo diretti verso l'Italia (sob). Il viaggio risulta ancora più tranquillo delle altre volte in quanto non subiamo nessun controllo nè in entrata nè in uscita dalla Svizzera (a parte la domanda "BOLLINO?" con clamoroso accento svizzero, stile Aldo Giovanni e Giacomo). L'unica scomodità del viaggio di ritorno è l'arrivo a Voghera verso le 4:30 del mattino, con tutto il camper da scaricare, ma questo non importa. Anche questo viaggio è finito, sebbene sia durato un giorno meno di quello di dicembre (impegni universitari) è stato ugualmente entusiasmante e ci siamo tolti ulteriori sfizi. Se devo concludere citando la cosa che più ci ha impressionato nel viaggio, sarò sincero dicendo che è stata la massiccia presenza di nostri connazionali ai due festival: dimostrazione che, nel nostro piccolo, la posizione dell'Italia tra le nazioni birrarie è sempre più avanzata.


Indirizzi, orari di apertura e POI dei locali citati: (torna su)

Belgio
Noel Cuvelier
Abelestationsplein 30
Abele
T. +32(0)57333305
Lun-Dom 08:00-20:00
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't Hommelhof
17 Watouplein
Watou
T. +32(0)57388024
Sito Web
Lun-Mar, Ven-Dom 12:00-14:30, 18:30-21:30
Gio 12:00-14:30
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Picobrouwerij Alvinne
Mellestraat 138
Heule
T. +32(0)496359619
Sito Web
Blog
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De Heeren Van Liedekercke
Kasteelstraat 33
9470 Denderleeuw
T. +32(0)53680888
Sito web
Lun 11:30-14:30 (Lug-Ago 11:30-23:00)
Gio 11:30-23:00
Ven-Sab 11:30-01:00
Dom 12:30-23:00
Chiuso Mar-Mer
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De Gans
Kloosterstraat 40
9750 Huise
T. +32(0)93849025
Ven 18:00-01:00
Sab 16:00-02:00
Dom 10:30-13:30, 15:00-23:00
Chiuso Lun-Gio
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Orval
Brasserie de l’Abbaye N.D. d’Orval
Orval 2
6823 Villers-Devant-Orval
T. +32(0)6131126 0/1 (abbazia)
T. +32(0)61311886 (Ange Gardien)
Sito web
Orari Ange Gardien:
Lun-Dom 11:30-19:30 (Lug-Ago: 10:00-21:00)
Set-Ott,Mar-Giu: Chiuso Lun
Chiuso Dic-Feb
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Francia
't Kasteel Hof
8, Rue St. Nicolas
59670 Cassel
T. +310328405929
Sito web
Gio-Dom 11:00-22:00
Chiuso Lun-Mer
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Saint Ulrich
3, Place de la République
68150 Ribeauvillé
T. +410389737438
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