6-8 Marzo 2009: Viaggio in Belgio (e a Karlsruhe)
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Giovedì 5

Il viaggio segue il format ormai consolidato: camper a noleggio e partenza la sera con arrivo al mattino. I partecipanti sono i medesimi dell'ultimo viaggio in Belgio, che risale ad un anno prima. Partiamo verso le 19 e puntiamo subito verso la Svizzera: il programma prevede di fermarci per cena all'Officina della Birra di Bioggio, nel Canton Ticino.Il bancone dell'Officina della Birra di Bioggio Arrivati al locale (composto da una prima sala col bancone e una grande sala ristorante) prendiamo da mangiare (io un misto di fritti e un buon piatto di pasta, chi ha preso il secondo ne conferma la buona fattura) e ovviamente proviamo tutte le birre disponibili. La Chiara di Luna è una birra chiara (intuibile), limpida e ad alta fermentazione, nello stile delle kölsch di Colonia, delle quali ha soprattutto la beverinità. La Corniola è una birra sempre ad alta fermentazione dal colore rosso, come il frutto da cui prende il nome. Sul sito del birrificio Kuaska la descrive meglio di quanto potrei farlo io, e quindi mutuo le sue parole dicendo che è caratterizzata da note di caramello, toffee e un po' di mieloso. La Pietra di Luna (che si chiama così da ben prima della omonima birra del Ponte Blu...) è invece una buona weizen, nella quale troviamo ovviamente un bel sentore bananoso e un fenolico ben evidente. L'ultima birra che assaggiamo è la Occhio di Tigre (sempre ad alta), che come il nome suggerisce ha un bel colore mogano, dagli ovvi sentori tostati. Terminati il giro di assaggi e la cena, concludiamo con una Chiara di Luna a testa, la birra che ci ha colpito maggiormente per fattura e beverinità. Peccato non aver potuto assaggiare la famosa Biplano al miele di castagno, e aver mancato per poco (sarebbe stata disponibile a giorni) una nuova birra extraluppolata. Giudizio complessivo sul birrificio è sicuramente buono, e sono anche contento di esserci finalmente passato dopo tanto tempo che volevo provare questo produttore svizzero ma da anni vicino alla realtà italiana. In quattro spendiamo 160 Franchi, ovvero circa 27 € a testa, nella norma. Riprendiamo quindi il viaggio verso il Belgio senza incontrare particolari problemi a parte un po' di bufera di neve attorno al Gottardo.


Venerdì 6

L'interno del festivalAttraversiamo tutto il Belgio per arrivare nelle Fiandre occidentali, precisamente a Heule, sobborgo di Kortrijk, dove c'è la Picobrouwerij Alvinne che, come l'anno passato, ha organizzato l'evento chiamato Pré-ZBF, ovvero una sorta di "riscaldamento" per lo Zythos Bier Festival dei giorni successivi. Quest'anno Glenn e Davy hanno fatto le cose in grande: se l'anno scorso ci si limitava ad una quindicina di birre in bottiglia o alla spina (prevalentemente loro) e l'evento si articolava in un'unica giornata, quest'anno i giorni sono due (noi purtroppo arriviamo solo al secondo), e le birre disponibili tra spine e bottiglie sono oltre 40: provengono ovviamente dal loro birrificio, dall'olandese De Molen e da Struise, che quest'anno non è presente allo ZBF. Tutti i birrai ovviamente sono presenti, anzi al nostro arrivo col camper ci accoglie Carlo Grootaert, birraio di Struise insieme a Urbain Cotteau.Uno scaffale del beer-shop Il pullman della comitiva genovese ci ha preceduti (non si sa come...) e quindi ci affrettiamo ad entrare prima che ci finiscano tutte le birre :-) . Entrati, prendiamo bicchieri e ticket (l'organizzazione è veramente ineccepibile: fin da settimane prima l'evento sul sito erano presenti tutte ma proprio tutte le informazioni che un visitatore potesse richiedere) e saliamo al piano di sopra dove è situato il beer-shop: come prima cosa vogliamo effettuare acquisti, prima che arrivi l'ondata di visitatori. Con sommo dispiacere notiamo che la scaletta assassina è stata sostituita da una -solo leggermente- più sicura. Al piano di sopra sembra di stare a Pasturana, data la percentuale (circa 100%) di italiani sui presenti: salutiamo tutti quelli che conosciamo, Kuaska, Tyrser, ecc, nessuno si stupisce della presenza dell'altro, è quasi come incontrarsi tra amici al bar sotto casa. Effettuiamo gli acquisti senza alcun ritegno, comprando decine di scatoloni: d'altra parte sarebbe stata la nostra unica occasione per fare acquisti in questo viaggio. Svolta questa formalità, prendiamo posto in un tavolo nella sala principale e iniziamo ad assaggiare le birre presenti, nel frattempo arrivano altri italiani noti come Giofonti e amico e Alex del 4:20 di Roma. Tra le birre presenti in lista vi sono innumerevoli esperimenti, versioni speciali, cuvée oak aged, blend, birre fatte in collaborazione tra diversi birrai (come con i ragazzi americani della Pipeworks Brewing di Chicago), etc... tutte cose che farebbero la felicità di ogni rater danese. Peccato che noi danesi non siamo, e quindi dobbiamo orientarci tra invecchiamenti in legno, iperluppolanze e imperial stout varie, faticando a trovare birre particolarmente equilibrate o da farci gridare al miracolo (e rimpiangendo la Westvleteren 12 a 5 € la bottiglia dell'anno scorso). Oltre a questo elenco di birre fatte deliberatamente per stupire, ne troviamo alcune davvero con problemi, tipo una Balthazar alla spina al gusto trementina. Rimpiangiamo quindi i tempi in cui Alvinne birrificava in un garage a Ingelmunster facendo prodotti semplici e interessanti, e quelli in cui Struise produceva una gamma d'effetto (Kloeke blond, Struise witte, Struise Rosse, Aardmonnik, Pannepot...) con prodotti magari non semplicissimi (tipo la Aardmonnik...) ma comunque con un loro perchè e una certa ripetibilità. Ci piacciono di più i prodotti di De Molen, forse perchè non abbiamo ricordi di quando faceva birre "normali",Seba con parte dei nostri acquisti... ma comunque sono birre che, nonostante un carattere da "mappazza" (sia di corpo, sia di amaro...) in comune, risultano comunque più equilibrate e gradevoli. Peccato per il prezzo assurdo (per gli standard belgi) delle loro bottiglie (11 €). Tra le cose positive del festival da segnalare il cibo, discreto. Non ci piace però la tendenza di alcuni birrifici belgi di lanciarsi in sperimentazioni che non appartengono alle tradizioni di questo paese (esempio: birre iperluppolate), cosa che va avanti da un po' (in inizio fu la Chouffe Houblon) sulla scia forse del successo di produttori di paesi meno tradizionalisti; è ovvio che i belgi non debbano unicamente arroccarsi sulla tradizione, ma a nostro avviso non è con prodotti sensazionalistici che si farà il futuro della birra belga.

Dividendoci le 40 birre in quattro siamo riusciti a fare abbastanza presto e a non distruggerci: è appena passata ora di pranzo e siamo pronti per ripartire. Avendo finito prima del previsto, anticipiamo una tappa del programma prevista per il giorno successivo: Cnudde!La fabbrica di Cnudde... Ammirate l'effetto Moiré sul pattern dei mattoni! Puntiamo quindi il nostro camper in direzione di Eine, sobborgo di Oudenaarde dove si produce (e si consuma) l'ultima vera Oud Bruin rimasta, una sorta di mito per ogni beerlover belgiofilo che si rispetti. Lasciamo quindi il camper nella strada principale della cittadina e ci dirigiamo a piedi verso la fabbrica, di fianco alla quale si trova il caffè Casino che in pratica funge da locale di mescita. Un difetto di questo locale, e dell'altro caffè (il Barbier) conosciuto che serve la birra di Cnudde, è che non sono mai riuscito a capirne gli orari di apertura. Manco a dirlo quindi il Casino (il quale, da quel che si vede da fuori, sembra abbastanza moderno, la fabbrica invece è un delizioso esempio di archeologia industriale) è chiuso, pertanto cerchiamo di raggiungere il cafè Barbier (anche se, adesso che scrivo, cercando su internet ho trovato una pagina in fiammingo che per il Casino riporta i seguenti orari: Gio-Ven 17:00-?; Sab 10:00-13:30, 16:00-24:00; Dom 10:00-13:30, 16:00-23:00. Saranno affidabili?). Percorriamo tutta la strada sulla quale dovrebbe essere ma niente, non salta fuori. Decisamente preoccupato, sparo l'ultima cartuccia: il supremo Kuaska, pochi giorni prima della partenza, aveva citato sul newsgroup il cafè Bolero, vicino alla stazione. Seguiamo quindi le indicazioni e di fianco al passaggio a livello troviamo il baretto, che miracolosamente è aperto. Niente da fuori lascia capire che si serva la birra di Cnudde, però non avendo alternative entriamo. Il bar è un perfetto caffè tradizionale fiammingo, fumosissimo e popolato da ometti del paese che oltre a fumare leggono giornali e bevono birra. L'interno del cafè BoleroChiediamo alla signora se hanno la Cnudde e la risposta è positiva, evvai!! Prendiamo quindi posto ad un tavolo e iniziamo con un primo giro. La birra ha un colore bellissimo... un ramato con dei riflessi più scuri che ne lasciano presagire il carattere "rustico". Al naso e in bocca è incredibile, il carattere lattico che pensavo di trovare è appena percettibile, non c'è la morbidezza di birre simili invecchiate che avevo assaggiato, ma un gusto pungente e rude, veramente "sincero". Tra le altre cose si beve a nastro... ne prendiamo quindi un secondo giro e poi anche un terzo, a parte il Seba che comincia ad avere qualche cedimento fisico. Siamo veramente in un'oasi di tradizione, tra l'ambientazione e la birra che stiamo bevendo. A questo punto mi domando quale sia il "vero" carattere di una Oud Bruin: peccato davvero che l'unico metro di paragone odierno sia solo Cnudde, e chissà fino a quando, ci auguriamo che duri fino alla fine del mondo, ma il birrificio è veramente piccolo, e viene sostanzialmente tenuto aperto per "fini culturali" dal vicino birrificio Roman, il quale invece nella zona spadroneggia (con prodotti discutibili tra l'altro). Tra l'altro al momento di pagare ci viene un colpo: 11 birre ci vengono a costare circa 14 euro...

Dopo questa bellissima parentesi torniamo al programma predefinito, ritornando nella zona di Kortrijk, precisamente a Gullegem (che è proprio attaccato a Heule) per una merenda/cena al bar/ristorante 't Rusteel, il quale ha un proprio birrificio chiamato 't Brouwkot. Anche questo locale, del quale comunque conoscevo l'esistenza, ci è stato "ispirato" da Kuaska, il quale il giorno stesso vi sarebbe andato a pranzo con la comitiva di Genova. Cominciamo ad essere un po' provati e quindi dobbiamo mettere qualcosa sotto ai denti: insieme a due delle loro birre (chiamate Netebuk e Manten, servite in bottiglie da 75 con etichetta incartata, stile Glazen Toren o Montegioco) ordiniamo quindi dei toast, che si rivelano di dimensioni epiche e prezzo ridicolo. Le birre non sono da gridare al miracolo ma comunque buone e corrette, e finalmente assaggiamo qualcosa di familiarmente belga. Pare ci sia anche una carta con altre birre (anche vintage) ma non approfondiamo, dato il nostro stato che comincia ad essere impegnativo: Seba addirittura ha rinunciato ed è rimasto in camper... Prendiamo quindi le altre due birre da loro prodotte da portarci a casa e torniamo in camper, puntando verso l'ultima tappa della giornata.

Il bancone del Kroegske, notare la scrittaTrattasi del mitico Kroegske di Izegem (tra Roeselare e Ingelmunster), localino discusso (più che altro per il fatto che i gestori non vogliono si faccia casino, cosa che a noi italiani riesce alquanto difficile!) ma dalla qualità fuor di ogni dubbio. Parcheggiamo il camper davanti, senza troppi complimenti, ed entriamo, a parte Seba che ormai è in un mondo parallelo. Il locale è molto bello e amorevolmente curato dalla coppia di proprietari, i quali, vedendolo come loro hobby, lo tengono aperto unicamente nel fine settimana. Il gestore sembra incuriosito dalla nostra presenza, e soprattutto dalla nostra scelta: tre Rodenbach Alexander del 1990 così, come se fosse una Ceres! (cit.) Decidiamo di iniziare con la mitica Alexander perchè per noi è una chimera, una birra che ci è sfuggita più volte e che per vari motivi al De Heeren non siamo mai riusciti a bere. Ovviamente la scelta è ben ripagata... un carattere che qualsiasi Rodenbach di oggi se lo sogna, è un peccato che una birra così non venga più prodotta. La lista è incredibile, non si ferma affatto qui: sono presenti numerosissime birre contemporanee, anche particolari (come ad esempio una serie che Alvinne produce per il locale, ma abbiamo soprasseduto) ma soprattutto un buon numero di vintage incredibili, che fanno di questo piccolo localino uno tra i migliori fin ora incontrati nei nostri viaggi. Per il giro successivo mi impunto tipo mulo e non posso farmi sfuggire un'altra delle mie chimere birrarie, ovvero la BelleVue Selection Lambic 1999, l'ultimo prodotto "vero" e acido uscito dalle fabbriche di Molenbeek. Peraltro, ritengo una grande soddisfazione personale aver trovato questa bottiglia ad un prezzo moooooolto inferiore a quello pubblicato sul sito della Huis van de Geuze... eh eh eh. La gueuze in oggetto che dire, è buona... Questo tanto per cambiare aumenta il rammarico per la perdita di simili produzioni, dato che le attuali BelleVue (fabbrica comprata direttamente dalla InBev)Geuze Eylenbosch 1979 sono sostanzialmente delle bibite alla frutta. Intanto prendiamo da mangiare, sono disponibili dei discreti primi e secondi piatti, anche cucinati con la birra. Parlando di birra, continuiamo ad attingere a piene mani dalla lista vintage scegliendo una Geuze Eylenbosch del 1979, senza etichetta, identificata solo dalla tradizionalissima pennellata di calce bianca. Ovviamente siamo a livelli galattici... Ci sentiamo un po' in colpa nell'aver disturbato qualcosa che riposava lì da prima che noi nascessimo, però l'assaggio ci toglie ogni pensiero di questo tipo, proiettandoci nel nirvana! Tanto per continuare l'iconoclastia, concludiamo con una Kriek di Wets (anche lui produttore estinto) del 1981 (anche se da quanto dice la GBG probabilmente è stata fatta da Girardin). In ogni caso chiunque l'abbia fatta l'ha fatta molto bene... sarebbe interessante poterne assaggiare una nuova o comunque paragonabile per vedere che cosa ci abbia aggiunto il tempo, dal momento che non riesco ancora bene a farmi un'idea univoca sull'apporto che gli anni possano dare a "birre" così particolari. Nel frattempo entra il Seba, ripresosi dallo stordimento; vengo però a mia volta abbandonato dal mio organismo che decide di vendicarsi di una giornata di maltrattamenti infilandomi coltelli nella testa. Abbandono pertanto il mitico Kroegske, davvero una splendida scoperta che dovremo senza dubbio visitare ancora nei prossimi viaggi, ringraziando il gentilissimo gestore che ha volentieri chiacchierato a lungo con noi. Da quel che racconta Peppo, dopo il mio abbandono lui e il Seba hanno preso una Goudenband dell'1988, e da quel che racconta Seba Peppo ha tenuto il gestore a parlare per mezz'ora abbondante... tutto sommato un po' di casino lo si può fare anche al Kroegske!


Sabato 7

Ci svegliamo trovandoci completamente circondati dalla nebbia. Usciamo da Izegem e ci fermiamo alla prima area in autostrada per una lunga sosta di servizio, dopo la quale ci incamminiamo in direzione di Ieper per andare poi a far "colazione" alla mitica abbazia di St. Sixtus di Westvleteren. Purtroppo sul sito avevamo già letto della non disponibilità di birre per l'asporto, risparmiandoci però numerosi patemi. Arrivati nei pressi di Woesten (passati di fronte a Deca, dove operano gli Struise...) e di Oostvleteren troviamo la strada che avremmo dovuto percorrere chiusa, il che ci costringe ad un lungo vagare in un dedalo di strette stradine di campagna! Dopo esserci quasi persi recupero il senso dell'orientamento e arriviamo finalmente all'abbazia. Fatte due foto dall'esterno (non è visitabile), ci dirigiamo verso il locale attiguo, il famosissimo In de Vrede (nella pace), dove si possono degustare in tutta tranquillità, come se fossero birrette, le tre birre prodotte dai monaciL'interno dell'In de Vrede: la Blond, ovvero la "birra leggera" sviluppata per il consumo interno all'abbazia, la 8 e la 12. L'interno del locale è abbastanza moderno e cozza un po' con l'ambiente assolutamente rurale che lo circonda. Vi è un unico salone fortunatamente non rumoroso (sarà stata l'ora mattutina, o sarà il fatto di trovarsi vicini ad un luogo di culto) anche se purtroppo non vige il divieto di fumo; tra le varie comitive ne spicca una di ciclisti i quali rinfrancano le loro forze nel modo migliore. Facciamo un "brunch" con il paté e il formaggio prodotti anch'essi nell'abbazia, e accompagnandoli prima con un giro di Blond, poi con mezza 8 e mezza 12 a testa... Spettacolo, sia le birre sia il berle finalmente qui e a cuor leggero, senza dover necessariamente masturbarsi gustativamente come quando si fa la follia di berle altrove. Personalmente ho una venerazione per la Blond, un capolavoro di "birretta" con il finale amaro del luppolo di Poperinge da applausi: bersela come prima birra della giornata mi ha dato una certa soddisfazione. Prima di andare via compriamo al negozietto interno una confezione "degustazione" (2 Blond, una 8, una 12, bicchiere e sottobicchiere) a testa e alcune bottiglie di Blond (l'unica disponibile).

Frituuuuuuuur!Torniamo a bordo e ripassiamo dal paese vero e proprio di Westvleteren, dove passandoci prima avevamo notato nella piazza principale un frituur abbastanza "da battaglia". Dopo un'attesa inspiegabilmente biblica (durante la quale abbiamo assistito a scene immani, come ad esempio wurstel, hamburger e patatine buttati tutti insieme nel cestello della friggitrice), buona parte della quale forzatamente trascorsa all'esterno nonostante la pioggia causa odore penetrante, arrivano le nostre abbondantissime porzioni di patatine, che mangiamo a bordo camper, talmente abbondanti da saziarmi abbondantemente! I belgi, specialmente i fiamminghi, hanno davvero un tocco magico nel friggere le patate. A stomaco pieno ripartiamo, e dopo un tranquillo e breve viaggio per l'amena campagna fiamminga giungiamo nel paese di Esen, conosciuto ai più per ospitare l'incommensurabile De Dolle. Il birrificio è nel centro del paesino proprio sulla strada principale (me lo aspettavo più isolato), avevamo ben presente la "follia" della sua facciata ma vederselo davanti lascia esterrefatti! Entriamo e veniamo accolti da un giovane, Kris ovviamente non c'è in quanto allo Zythos, e la mitica Mamma Moes (92 anni) purtroppo è assente perchè non si è sentita troppo bene. D'altra parte si tratta di una tappa che come già spiegato abbiamo aggiunto al volo anticipando Cnudde al venerdì, è ovvio come dovremo tornare in un fine settimana senza festival per una visita completa del birrificio. Mentre il ragazzo finisce alcuni lavori (è completamente solo!) ci accomodiamo nella bellissima sala bar, caratterizzata da tavoli e mobili in legno, quadri, fotografie, disegni di ogni sorta, ma soprattutto un caldo disumano! Ci facciamo servire prima un giro di Oerbier, poi uno di Arabier e poi di Stout, tutto alla spina, fantastico. Nel frattempo visitiamo l'altra sala (ancora più calda) nella quale sono esposti numerosi quadri dipinti dallo stesso Kris Herteleer. Dopo aver fatto ancora qualche foto e sbirciato un po' in giro salutiamo il gentile ragazzo e torniamo sul camper, promettendoci però di tornare, come già detto, per visitare il birrificio con più attenzione e magari far saltar fuori qualche chicca.

Attraversiamo le Fiandre raggiungendo la zona di Bruxelles, Beersel in particolare: in programma c'è infatti una visita al nuovo locale di Armand Debelder di 3 Fonteinen, il Lambikodroom. Si tratta di un caffè, adiacente al famoso ristorante, dove si possono bere sia lambic vari dal fusto sia produzioni in bottiglia. Arrivati, veniamo accolti da Armand e dalla gentile compagna; ci dicono che il gruppo di Kuaska, che sarebbe dovuto arrivare a momenti, non è ancora passato. Beh aspettiamo... Nel frattempo consultiamo la lista e decidiamo di fare la follia, ovvero di dividerci in quattro una bottiglia di "Millennium Geuze", ovvero la geuze fatta da 3 Fonteinen e De Cam nel '98 per celebrare il nuovo millennio, assemblando rispettivi lambic; una bottiglia che mai avremmo pensato di trovare ancora in circolazione. Per l'occasione viene ad aprirla e servircela sapientemente lo stesso Armand. Dopo aver per l'ennesima volta "abusato" di una bottiglia così sacra, ci diamo agli ottimi lambic in fusto, prendendo Faro, Kriekenlambic (ottimo) e infine del Lambic giovane (appena meno dolce del Faro...) servito in biccheri da 0.2 tipo Kölsch i quali hanno avuto l'effetto di aumentarne ulteriormente la beverinità. Stiamo ancora un po' per aspettare il gruppo dei genovesi ma, non vedendoli arrivare, siamo costretti a lasciare il Lambikodroom: salutiamo i gentilissimi Armand e compagna (futura moglie, i nostri auguri!) e torniamo al camper.

Per cena abbiamo infatti prenotato all'ormai consueto De Heeren Van Liedekercke, tappa immancabile di ogni nostro viaggio in Belgio. Prendiamo posto e veniamo serviti sempre dallo stesso ragazzo che ormai ci riconosce. La principale novità è la nascita di Helena, figlia di Joost e Jessie, nata il 23 ottobre. Questa volta vogliamo spulciare per bene la lista vintage, per toglierci proprio tutti i sassolini dalle scarpe: iniziamo quindi con una doppietta di Kriek Vanderlinden (data di scadenza 1992) e con una Stille Nacht del 2000 (spettacolo). Da mangiare non posso rinunciare al mitico stoemp, del quale dopo un intero anno sentivo una gran mancanza, come sempre i piatti sono tutti molto ben fatti (il cuoco è il bravo Tom, fratello di Joost). Anche questa volta Joost non c'è perchè giustamente è allo Zythos Bier Festival, forse dovremo seriamente organizzare un viaggio in un periodo di calma per poter incontrare con tranquillità i vari gestori e birrai. Intanto come secondo giro prendiamo una doppietta di kriek De Koninck (quello defunto di Dworp, non quello di Anversa), questa con scadenza 1993, sensibilmente più fresca della Vanderlinden. Guardando la lista normale però mi casca l'occhio su due cose: la prima è una "Orval Helena", ovvero una serie di bottiglie di Orval imbottigliate il giorno della nascita della bimba, che però essendo ancora un po' giovani decidiamo di destinare all'assaggio in tempi futuri per festeggiare i compleanni della piccola. La seconda è la "Crianza Helena": una creazione di Cantillon per celebrare la bimba. Si tratta di un blend di lambic di 40 mesi in botti di Cognac, di 30 mesi in botti di Bordeaux e di lambic giovane di 15 mesi: le singole botti di provenienza sono state scelte insieme dai Van Roy, Joost e Jessie e dal ragazzo che ci serviva con la sua fidanzata (è un pezzo grosso quindi!) Date le premesse, è altamente improbabile che ci asteniamo, e infatti ciò non accade. Il risultato è fenomenale, ci fa volere tanto bene alla bimba e augurare a J&J di avere una numerosa prole. Tra le altre cose, guardando la bottiglia riconosciamo l'etichetta che avevamo notato nella pagina sul sito del ristorante che celebrava la nascita di Helena in una foto, sullo sfondo, e che, non riconoscendola, ci aveva fatto pensare "ma vuoi vedere che dopo il matrimonio hanno fatto anche una birra per la nascita della bimba?" Ebbene sì, e il nostro istinto di beer-hunter ne è piacevolmente soddisfatto. Già che ci siamo, ce ne prendiamo pure una da portarci a casa, e da dimenticare per qualche anno.
Finita la suprema cena, paghiamo il solito conto onestissimo, salutiamo tutto lo staff del De Heeren, e torniamo in camper. Logica vorrebbe che ci appisolassimo lì fuori come di consueto. E invece no: il nostro folle programma prevede di passare la domenica, sulla via del ritorno, nella città tedesca di Karlsruhe, nota per una discreta offerta birraria. Essendo usciti dal DHVL in condizioni tutto sommato umane, cominciamo a portarci avanti col viaggio e pertanto salutiamo il Belgio puntando dritti verso il Lussemburgo. Solo qui, nel parcheggio di un'area di servizio, prendiamo finalmente sonno.


Domenica 8

Il castello di KarlsruheDopo una notte relativamente tranquilla ripartiamo dalla nostra area di servizio in direzione del confine con la Germania. Usciamo dall'autostrada a Schengen per fare benzina all'ultimo distributore in Lussemburgo e passiamo dal famoso paesino, situato vicino al tri-confine tra Lussemburgo, Germania e Francia, nel quale furono firmati i famosi accordi per la libera circolazione nella Comunità Europea, accordi ai quali siamo molto grati. Entriamo in Germania passando sul ponte sulla Mosella (gli accordi furono firmati su un barcone ancorato nel fiume dove si trova il punto d'incontro tra i tre confini) e rientriamo in autostrada. Dopo quasi tre ore di tranquillo viaggio, durante il quale passiamo prima tra le colline del Saarland, poi nel Palatinato (passando di fianco alla base aerea di Ramstein) e infine lungo il Reno (qui invece sfiorando il circuito di Hockenheim)La piramide, tomba di Carlo Guglielmo, arriviamo finalmente a Karlsruhe. La città è stata fondata nel XVIII secolo da Carlo Guglielmo, margravio del Baden, come luogo di villeggiatura a causa della posizione lungo il Reno che le conferisce un clima mite; edificio principale è quindi l'enorme castello, dal quale si dipartono a raggiera delle strade che quindi formano un impianto urbano "a ventaglio". Noi entriamo in città da est, al contrario di quanto prevedevo. Facciamo un po' di fatica a trovare parcheggio in quanto tutte le strutture non accettano veicoli delle dimensioni di un camper; raggiungiamo pertanto l'estremità ovest, in particolare la piazza sulla quale si affaccia uno dei brewpub in programma, Kühler Krug, il quale essendo discretamente grosso (ristorante con camere) possiede un ampio parcheggio nel quale il nostro camper non ha problemi ad entrare e a restare tutta la giornata.

Sistemato il mezzo entriamo quindi da Kühler Krug, anche per mangiare visto che ormai si è fatta ora di pranzo. Il brewpub si trova in una grande struttura all'interno di un giardino; è composto da varie sale, su una delle quali si affaccia l'impianto di produzione. Ci viene spiegato che si può prendere da mangiare dal buffet o ordinare dalla carta, scegliamo questa seconda opzione e ci orientiamo sui vari piatti unici tipici della Germania (vedi il viaggio a Colonia). Si può scegliere la dimensione dei piatti (mini, piccolo, medio, grande), gli altri propongono medio ma memore delle proporzioni incontrate pochi mesi prima invito tutti a scegliere la versione piccola: quando arrivano i piatti si capisce che ho fatto bene. Le birre proposte sono una Pils, una Zwickel/Keller (non filtrata), una Dunkel ed una Weisse: ovviamente le assaggiamo tutte, trovandole particolarmente corrette, non incredibili ma buone. L'impatto dopo due giorni di Belgio è particolarissimo comunque...
Finito il pranzo torniamo nella piazza antistante al locale e aspettiamo un tram (Karlsruhe è una città-modello per l'integrazione tram-treno) per tornare a est del centro e proseguire con il nostro "pub crawl". Come imparato a Colonia, il biglietto si fa a bordo tram: anche qui è più caro rispetto ai nostri standard (2,10 €), ma siamo ben contenti di pagarlo dato che il mezzo arriva esattamente all'ora indicata sulla tabella e pur viaggiando spesso in sede promiscua ci porta in pochissimi minuti dall'altra parte della città, dato che i semafori che incontra sono logicamente "asserviti" (diventano verdi all'arrivo del tram), concetto che ovviamente in Italia è ignorato (costringendo spesso i mezzi a fermarsi prima al semaforo e poi alla fermata piazzata dopo l'incrocio...)

Dopo questa digressione "alla Stagni", scendiamo alla Durlacher Tor per recarci da quello che senza ombra di dubbio è il produttore più famoso di Karlsruhe: Vogel. Il Brewpub, fondato negli anni '80 da Rudi Vogel, è un piccolo locale ma molto frequentato, al quale più recentemente si sono aggiunti altri due pub (entrambi con produzione propria) nei dintorni di Karlsruhe (a Durlach e a Ettlingen). La birra che ha fatto la fama della birreria è la Pils, che incidentalmente è l'unica birra "regolare" prodotta, in quanto viene affiancata da una birra stagionale diversa ogni mese. Ci sediamo lungo un banco che costeggia un muro, davanti al bancone, e ovviamente non possiamo far altro che iniziare con un giro di Pils. La birra, che avevamo già assaggiato al Pils Pride '08, è ottima: una pils non canonicissima, lievemente velata e con un taglio erbaceo del luppolo pronunciatissimo e in grado di pulire perfettamente la bocca lasciando il desiderio di un altro sorso. Purtroppo siamo un po' stanchi e non molto predisposti ad una grossa bevuta, quindi dobbiamo accontentarci di un halbe Mass a testa. La birra stagionale presente è una Doppelbock ambrata da 7.8 gradi: buonissima, un buon corpo ma non pesante, una buona dolcezza ma mai stucchevole, un po' di luppolo si sente anche e rende tutto molto equilibrato. E' possibile prendere in cauzione dei bottiglioni da 2 litri da farsi riempire e da portare via: a venirci un po' più spesso... Dopo questa ottima bevuta ci dirigiamo a piedi verso gli altri locali nel nostro piano di battaglia (in verità vi sono anche altri due birrifici con locale, ma essendo più grossi abbiamo preferito concentrarci sui quattro più invitanti). Purtroppo, come si vede anche dalle foto, il tempo non è dei migliori: c'è vento e piove.

Ci è dunque di sollievo arrivare nel locale seguente, la Brauerei Wolf. Il locale è tutto arredato in legno, in lista sono presenti numerose birre (più di una decina) anche se alcune stagionali e altre Leicht/alcoholfrei etc. Ne assaggiamo quattro, la Pils, una Dunkelbock, una "Kräusen-Pils" (non filtrata) e una Weiss; sono birre corrette e fatte bene, ma le troviamo tutte un po' dimesse e poco gustose, forse per l'immediato confronto con quelle di Vogel... Un po' migliore delle altre a mio avviso la bock. Finite le birre usciamo, sarebbe stato bello provarne di più ma la fatica cominciava a farsi sentire e ci aspettava ancora un locale e tutto il viaggio di ritorno. Ci incamminiamo quindi verso il centro, col vento e la pioggia che non danno tregua; passiamo dal Markt dove è situata una piccola piramide, tomba di Carlo Guglielmo, e dal castello, la cui vista proveniendo dalla piramide è molto scenica.

Seba ride dopo aver provato lo scivoloNon lontano dal castello si trova l'ultimo dei quattro locali/birrifici in programma: la Badisch Brauhaus. Il locale è più che altro famoso per il suo aspetto estremamente bizzarro, e in effetti appena entrati capiamo il motivo di questa fama: l'ingresso è su una specie di balconata che dà su una enorme sala sottostante, la quale è coperta in vetro: con alberi e laghetti sembra di stare all'aperto. Vicino all'ingresso c'è un ascensore vetrato che va ai piani superiori, che ospitano camere e qualcosa che potrebbe sembrare una specie di centro congressi. Il tutto in uno stile architettonico estremamente "lisergico". Ma la cosa più incredibile, è il buco che si trova di fianco al bancone: si tratta di uno scivolo, che porta a due piani più sotto, sbucando davanti agli impianti di produzione della birra. Aiuto!!! Le birre servite sono due, una Hell e una Dunkel, che troviamo non entusiasmanti ma buone e corrette. Ovviamente non possiamo rinunciare ad un giro sullo scivolo, mischiandoci ai "kinder". La visita al locale ci ha lasciati allibiti, suscitando in noi una certa ilarità che ci ha ristabilito dopo la giornata stancante.

Usciti da questo folle e divertente brewpub ci incamminiamo verso il nostro camper, ancora parcheggiato davanti a Kühler Krug. La strada non è tantissima ma siamo stanchi, almeno il tempo è un po' più clemente. Arrivati al camper ripartiamo, salutando Karlsruhe, città tranquilla che ci ha regalato una bella giornata birrofila, decisamente diversa e in contrasto con le precedenti in Belgio. Il viaggio di ritorno procede senza intoppi, così come l'ingresso in Svizzera, ormai entrata in area Schengen. Arriviamo quindi senza problemi a Voghera, dopo le tre di notte, con la prospettiva di una levataccia per svuotare e riconsegnare il camper, ma contenti e soddisfatti per la buona riuscita del viaggio, grazie al quale abbiamo visitato numerosi locali in Belgio che ancora ci "mancavano" (seppur dovendo sacrificare a tal scopo lo Zythos Bier Festival) e bevuto birre incredibili che ormai davamo per perse, oltre alla giornata a Karlsruhe che ci ha permesso di "cambiare" un po' gli schemi dei soliti viaggi.


Indirizzi, orari di apertura e POI dei locali citati: (torna su)

Belgio
Picobrouwerij Alvinne
Mellestraat 138
Heule
T. +32(0)496359619
Sito Web
Blog
Scarica il segnaposto per Google Earth! Scarica il POI per Tom Tom!
Café Bolero
Ohiostraat 199
Eine-Oudenaarde
T. +32(0)55302105
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’t Brouwkot / 't Rusteel
Heulestraat 168
8560 Gullegem
T. +32(0)497548880 (Brouwkot)
T. +32(0)56356564 (Rusteel)
Sito Web (Brouwkot)
Sito Web (Rusteel)
Gio-Dom 11:30-24:00
Chiuso Lun-Mer
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’t Kroegske
Vijfwegenstraat 35
Emelgem-Izegem
T. +32(0)51307763
Gio 19:00-24:00
Ven-Sab 19:00-01:00
Dom 17:00-22:00
Chiuso Lun-Mer
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In De Vrede (Westvleteren)
Donkerstraat 12
8640 Westvleteren
T. +32(0)57400376 (abbazia)
T. +32(0)57401057 (prenotazione birre)
T. +32(0)57400377 (In de Vrede)
Sito Web (abbazia)
Sito Web (In de Vrede)
Orari In De Vrede:
Lun-Gio,Sab-Dom 10:00-?
Chiuso Ven
Chiuso Gio da Ott a Mar (compresi)
Chiuso 1-15 Gen
Chiuso 15-30 Set
Chiuso attorno a Pasqua
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De Dolle Brouwers
Roeselarestraat 12b
8600 Esen-Diksmuide
T. +32(0)51502781
Sito Web
Sab 09:00-19:00
Dom 14:00-19:00
Chiuso Festivi
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Lambikodroom
Hoogstraat 2A
1650 Beersel
T. +32(0)23067103
Sito Web
Ven-Sab 11:00-21:00
Chiuso Dom, Lun-Gio
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De Heeren Van Liedekercke
Kasteelstraat 33
9470 Denderleeuw
T. +32(0)53680888
Sito web
Lun 11:30-14:30 (Lug-Ago 11:30-23:00)
Gio 11:30-23:00
Ven-Sab 11:30-01:00
Dom 12:30-23:00
Chiuso Mar-Mer
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Karlsruhe (D)
Kühler Krug
Wilhelm-Baur-Strasse 3
T. +4907218316416
Sito Web
Lun-Gio 11:00-24:00
Ven-Sab 11:00-01:00
Dom 10:00-23:00
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Der Vogelbräu
Kapellenstraße 50
T. +490721377571
Sito Web
Lun-Dom 10:00-01:00
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Wolfbräu
Werderstrasse 51
T. +4907213545770
Sito Web
Lun-Dom 11:00-01:00
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Badisch Brauhaus
Stephanienstrasse 38
T. +490721144700
Sito Web
Lun-Dom 11:30-01:00
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Svizzera
Officina della Birra
Via Cademario 1
Bioggio, TI
T. +41916002333
Sito Web
Lun-Ven 06:30-11:00
Sab 17:00-01:00
Chiuso Dom e Festivi
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