27 dicembre 2009 - 4/5 gennaio 2010: Viaggio a Berlino (+ Lipsia)
Vai agli orari e indirizzi dei locali visitati!

Data la natura prevalentemente "turistica", piuttosto che birrofila, di questo viaggio, il presente report, anzichè seguire la consueta tipologia "a diario", sarà più breve e incentrato sull'offerta birristica della ritrovata capitale tedesca, e su quella della città di Lipsia.

Domenica 27 è la giornata della partenza per la "capitale d'Europa", città che con la sua storia, in particolare quella recente, rappresenta un condensato delle vicende, in particolare quelle più drammatiche, del nostro continente. Fortunatamente Berlino non è più solo questo, ma anche una metropoli cosmopolita e intellettualmente attiva. Nonostante sia la capitale della Germania, nazione quasi sinonimo di birra, Berlino non ha un'offerta di locali e produttori all'altezza del suo status. Sebbene la Germania orientale non abbia dovuto sottostare al famigerato Reinheitsgebot se non per pochi (se confrontati alla sua storia) anni, e questo abbia contribuito a creare una certa varietà di stili autoctoni (vedi Gose, Berliner Weisse, Porter Baltiche, ecc.), lo stile di Berlino, la Berliner Weisse appunto, che un tempo riscosse apprezzamento anche tra le truppe Napoleoniche che la definirono "Lo Champagne del Nord", è paradossalmente molto conosciuto all'estero, ma dimenticato, per non dire maltrattato, in patria, come vedremo in seguito. Questo problema invece sembra essere stato superato dalle Gose, che abbiamo copiosamente bevuto a Lipsia.

Il viaggio si effettua tramite volo Easyjet da Malpensa a Schönefeld, tutto tranquillo (a parte un ritardo in partenza poi recuperato). Dall'aeroporto tramite la comodissima S-Bahn (servizio ferroviario ma di tipo metropolitano) arriviamo al nostro albergo, l'hotel "Alecsa im Olympiastadion" situato dalla parte opposta della città, nel quartiere di Pichelsberg vicino appunto allo stadio teatro della vittoria italiana ai mondiali di calcio 2006. Da qui ci muoveremo poi per le nostre visite: la S-Bahn ci permette di raggiungere il centro in una ventina di minuti, con partenze cadenzate (ogni 10-30-50 di ogni ora, una ovvietà che in Italia è impensabile).

L'impianto ricoperto d'argento di LindenbräuDopo un giro per il centrale quartiere di Mitte, con visita al famoso Checkpoint Charlie e ad alcune inquietanti vestigia del muro, il primo brewpub che visitiamo è Lindenbräu, un grosso locale, disposto su tre livelli, situato all'interno dell'avvenieristico Sony Center in Potsdamer Platz. Al centro delle sale, anch'esso distribuito sui tre piani, vi è l'impianto di produzione, la cui caratteristica principale è la ricopertura in argento di due tini. Nonostante il forte ruolo estetico che ricopre, l'impianto viene effettivamente utilizzato per produrre una unica birra, una Weiss. Le altre birre disponibili alla spina sono della Hofbräuhaus Traunstein (una zwickel e una dunkel). Se queste due non si sono rivelate particolarmente eccelse, la Weiss della casa è risultata invece molto buona, un po' dolce e piaciona, ma molto ben riuscita, e lo dico io che non sono un grande amante del genere. Se il precedente viaggio in Germania mi aveva lasciato stupito per i prezzi irrisori del cibo e della birra, qua invece si torna sulla terra: un bicchiere da mezzo litro costa 3,80 Euro, mentre un pasto non abbondante ma comunque saziante si colloca sui 10-15 Euro. Il fatto però che a Berlino, città da oltre tre milioni di abitanti, una birra o una cena al pub abbia un prezzo paragonabile, se non inferiore, a quelli che vengono proposti in Italia anche in pub dispersi in campagna, deve comunque far riflettere.

LemkePurtroppo il brutto tempo ci perseguita: se il secondo giorno piove insistentemente, in quelli successivi la pioggia si trasformerà in neve, accompagnata ovviamente da un freddo polare. Il nostro secondo giorno di permanenza si apre con la visita all'Alexanderplatz, piazza un tempo teatro delle fanfare socialiste e oggi moderno punto di incontro del centro (quello che oggi è centro, ovvero il quartiere di Mitte, ai tempi del muro era situato ad est). Vicino ad essa si trovano almeno tre brewpub, più un paio di locali di interesse. Per questo giorno, la scelta ricade su Lemke, brewpub ricavato sotto gli archi della ferrovia tra le stazioni di Alexanderplatz e Hackescher Markt. Vi sono due sale, una all'ingresso e una più interna, con un impianto di produzione (sicuramente solo "decorativo"). Il brewpub, attivo da una decina d'anni, si è recentemente "espanso" acquisendo e rinominando anche l'ex "Luisenbräu" di Charlottenburg, nonchè controllando anche la vicina Brauhaus Mitte. Su esso avevo trovato recensioni non troppo lusinghiere: al di là dell'inevitabile rumore dovuto ai treni in continuo passaggio sopra alla testa (ma che per un appassionato di rotaie come me è invece d'atmosfera), le birre da noi assaggiate (una Pils, una "Original" dal colore bruno, una "Weinachtbier" tipo bock ambrata e una Weizen) sono risultate nella media di qualità sufficiente, con buoni livelli nella Original (piuttosto interessante) e nella birra di Natale. Meno apprezzate invece Pils e Weizen, quest'ultima con qualche difettuccio. Il cibo è buono, con prezzi nella media e con una scelta discreta, e data la natura turistica del locale il menu è disponibile anche in Italiano (memorabile la traduzione di "Bretzel": "Ciambellina salata a forma di otto").

Come anche nello scorso capodanno, capita purtroppo di trovare locali chiusi anche quando l'orario di apertura suggerirebbe il contrario. Il consiglio è quindi quello di telefonare e di sforzarsi con l'inglese o col tedesco... Un altro problema incontrato è quello che le fonti da cui si attinge, Good Beer Guide Germany in primis, non sono sempre aggiornate: l'abbiamo direttamente scoperto quando, dopo un lungo viaggio in metropolitana verso Tegel (quartiere da cui prende nome l'altro aeroporto di Berlino) arriviamo a quello che avrebbe dovuto essere il rustico brewpub quasi di campagna "Alter Fritz", e trovandolo trasformato in un ristorante fighetto. Il confronto tra la struttura rimessa a nuovo e dipinta di bianco e la fotografia della stessa in versione molto più ruspante presente sulla Good Beer Guide è molto triste. Peccato, perchè al contrario di quanto avviene in altre grandi città europee, la scena berlinese invece che espandersi va riducendosi.

Fortunatamente, sulla via del ritorno in centro si passa dal quartiere di Wedding, dove si trova un altro brewpub, Eschenbräu. Anche qui temo un'altra "sola": il quartiere che incontriamo uscendo dalla metropolitana è non degradato ma popolato quasi unicamente da immigrati nordafricani, e ogni esercizio commerciale è un kebabbaro o qualcosa di simile. Inizio a temere quindi che anche il nostro birrificio abbia fatto tale fine; per fortuna Thais nota una anonima insegna "Bräustube" all'angolo di un condominio, seguendo la quale, dopo aver passato due cancelli, essere praticamente entrati nel cortile dell'edificio, ed aver sceso una rampa di scale, troviamo finalmente il locale! A dispetto della macchinosità dell'accesso il brewpub è molto carino, ricavato in una cantina molto d'atmosfera. Sembra ci siano due birre regolari, una hell e una dunkel, più una tra le dodici stagionali a rotazione, una per ogni mese dell'anno. Purtroppo l'unica birra disponibile è la hell, ed è un peccato non poterne assaggiare altre dato che si rivela particolarmente buona. L'impianto di produzione è piccolissimo, ed è affiancato da un alambicco che viene usato per produrre distillati. Pare però che il più importante prodotto sia del succo di mela che viene venduto anche per l'asporto. Non c'è cibo, solo bretzel caldi o dei buoni salamini. Dopo una doppietta di birre quindi ci spostiamo, per mettere qualcosa di più sostanzioso sotto i denti.

Con la ottima metropolitana (più di venti linee tra U-Bahn, la metropolitana convenzionale, e S-Bahn) attraversiamo la città raggiungendo il quartiere di Kreuzberg. Qui, scendendo alla fermata Südstern, ci rechiamo al poco distante brewpub Südstern. É un locale abbastanza grosso, con gli impianti di produzione fumanti dietro al bancone. Data la serata infrasettimanale solo pochi tavoli sono occupati, ma mi dà l'impressione che nei fine settimana si popoli di una numerosa clientela giovane. A dispetto di questo, le quattro birre che assaggiamo (una hell, una weiss, una dunkel ed un coraggiosa birra al miele, piuttosto secca e non dolciona) sono piuttosto buone e ben fatte. In più, il cibo è valido e in porzioni generose, nonchè servito anche in tarda ora (erano quasi le 22, in un paese dove si inizia a cenare alle 17). Soddisfatti, anche dei gadget che ci portiamo via (sottobicchieri e fiammiferi, tutti con il logo del birrificio piuttosto "rivoluzionario" - una stella rossa), torniamo al nostro albergo tramite gli ottimi mezzi, con passaggi frequenti anche in tarda serata.

Come già detto attorno ad Alexanderplatz ruota la vita cittadina, così come quella turistica. Proprio sotto la Fernsehturm, l'imponente torre della televisione alta 360 metri e costruita nel 1969 per l'orgoglio della DDR che poteva vantare l'edificio più alto della città (torre che riusciamo a visitare in serata approfittando di una improvvisa quanto rara aria tersa), all'interno di un centro commerciale (ma con accesso anche indipendente) si trova la Brauhaus Mitte. Si tratta di un brewpub di dimensioni importanti, molto frequentato anche da turisti, data la posizione. Torna quindi comodo per un pranzo tra una visita e l'altra, dato che in zona si trova anche la "Museuminsel", l'isola dei musei, gli Hackescher Hofe (dei cortili trasformati in "centro commerciale" all'aperto), il Rotes Rathaus e via dicendo. Proprio a pranzo vi ci rechiamo, mangiando discretamente a prezzi tutto sommato nella media e assaggiando le quattro birre prodotte (tre fisse e una a rotazione, nel nostro caso una zwickel), sevite anche in formato "degustazione" comprendente quattro bicchierini da 0.20. Si tratta di birre corrette e bevibili, ma molto "prudenti", anche per venire incontro ad un pubblico piuttosto turistico.

Sempre poco distante, vi si trova un altro brewpub, chiamato Marcus-Bräu. Si tratta di un locale molto piccolo con meno di cinquanta posti a sedere, e un microscopico impianto di produzione. Da quel che avevo letto su internet, sembrerebbe trattarsi di un produttore che ama sperimentare birre anche al di fuori della tradizione tedesca; ciononostante alla nostra visita le birre presenti sono due, una hell e una dunkel. Entrambe buone, con la seconda a mio avviso un po' troppo dolciona. Cibo abbastanza vario e gustoso, io ho preso una cotoletta coi funghi.

A sud della Alexanderplatz, sulle rive della Sprea, ai margini del pittoresco quartiere che è il Nikolaiviertel, si trova un grosso brewpub, Georgbräu. Sia la posizione, che l'interno, sono piuttosto suggestivi; anche qui, manco a dirlo, le birre disponibili sono una hell e una dunkel (più ambrata che scura), molto "tranquille" e beverine. Non saprei dire sul cibo, visto che siamo passati nel pomeriggio anche per riscaldarci dato il freddo polare all'esterno, ma alcuni stavano già mangiando di gusto.

Una doverosa visita al bel castello barocco/rococo di Charlottenburg è l'occasione giusta per un pranzo a quello che fino a poco tempo fa si chiamava "Luisenbräu", ma ora è diventato Lemke am Schloss, dopo l'acquisizione da parte del birrificio di Hackescher Markt. Le birre e il menu sono identici a quello del locale in centro, anche se le prime sembra siano prodotte sull'impianto che troneggia nel locale, diviso in più sale/ambienti. Poco da aggiungere quindi a quanto già detto, se non che è stata la mia prima birra del 2010. Ovviamente non abbiamo potuto non prendere una ciambellina salata a forma di otto.

Molto in periferia, ma sempre entro i confini urbani di Berlino, sono due locali, Bräustübl e Schlossplatzbrauerei. Se il primo è il locale della grossa (ma indipendente) fabbrica Bürgerbräu, il secondo è un piccolissimo brewpub, il più piccolo di Berlino e forse di tutta la Germania. Raggiungiamo la zona di Köpenick dopo un lungo viaggio con la S3, per poi dover anche servirci dei tram 60 e 61. Siamo nel profondo Est (anche perchè nell'ovest della città non ci sono tram!) ma il quartiere, che più che altro nasce da un villaggio rurale indipendente, sulle rive di alcuni laghi, è elegante e piacevole. Purtroppo però il primo dei due locali, Bräustübl Bürgerbräu, è chiuso a causa delle festività di fine anno. Peccato, perchè sia da quanto avevo letto, sia da quanto si intravede dalle finestre, sembrava meritevole. La birreria come già detto è comunque abbastanza grossa, e le sue birre si trovano senza troppe difficoltà in alcuni locali in città.

Dirottiamo quindi, tramite il tram che viaggia tranquillamente sotto l'abbondante nevicata, sulla Schlossplatzbrauerei: birrificio che meriterebbe la visita solo per come si presenta: un baracchino tipo edicola al centro della piazza! D'estate i posti aumentano dal momento che ci si potrebbe sedere all'aperto, ma d'inverno non sono più di una ventina, compresi quelli al bancone. Purtroppo non c'è cibo, se non un buon pane alle trebbie; le birre, gentilmente illustrateci da un avventore in inglese dato che la signora non andava oltre il tedesco, erano ben sei, comprendendo ardite (per la Germania) sperimentazioni. Tra esse, una birra con ciliege e peperoncino, una rauch (dove l'affumicato era però impercettibile), una "birra babilonese" ovvero un esperimento un po' acidulo, una porter, e altre birre "normali", come una hell e una dunkel. L'impianto di produzione, microscopico, praticamente amatoriale, è pure all'interno della "struttura". Sicuramente encomiabile il coraggio nel lanciarsi in birre così inusuali per l'abitudine tedesca (comunque, perlomeno dal numero degli avventori, o meglio, dalla alta proporzione tra presenti e posti a sedere, apprezzate), un po' meno i risultati dato che, a parte un paio di birre, le altre presentavano un po' di difetti che andavano dalle puzzette di solvente, ad acidità "strane", o a una più innocua acquosità.

BrewbakerUno tra gli ultimi brewpub ad aver visitato, a causa della lunga chiusura effettuata per i giorni di capodanno, è stato Brewbaker, sotto gli archi della ferrovia di fianco alla stazione di Bellevue. Avrebbe dovuto trattarsi di un birrificio + panettiere, ma l'attività di panificazione non sembra essere partita e a questo punto non credo partirà entro tempi brevi. In ogni caso il cibo è di buona fattura, e tutto il locale nel complesso è un po' più ristorantino che birreria, di conseguenza anche i prezzi sono leggermente più alti. Troviamo quattro birre: una hell, una pils, una dunkel e una sorprendente birra di Natale aromatizzata tra le altre cose con cardamomo! Birre nel complesso di ottima fattura e diverse dalla solita accoppiata hell+dunkel. Anche questo produttore pare essere solito a sperimentare, anche se l'unica cosa strana da noi assasggiata è stata appunto la birra "momizzata".

Brauhaus in SpandauUn grosso brewpub, decisamente fuori dal centro ma comunque in una posizione di interesse data la vicina Cittadella, è la Brauhaus in Spandau, che sorge nell'omonimo borgo oggi compreso nei confini di Berlino ma in effetti paese a sè stante. Tra l'altro, per noi si è rivelato piuttosto comodo stando a poche fermate di S-bahn. Si tratta di un locale molto grosso e suddiviso in varie stanze, con tanto di albergo al piano superiore. Le birre prodotte sono solitamente due: una hell fissa più una a rotazione. Nella nostra visita abbiamo trovato l'immancabile Weinachtsbier in stile dunkel bock, molto buona con un deciso gusto caramellato tipo Alpenliebe; la brochure caratterizzata da dei simpatici merli ci ha illustrato che anche qui la birra stagionale dovrebbe variare ogni mese. Cibo discreto.

Brauhaus in RixdorfL'ultimo birrificio di Berlino da noi visitato è stata la Brauhaus in Rixdorf, nel quartiere di Neukölln. É ricavato in una vlletta liberty che presumibilmente serviva come residenza del padrone di una fabbrica di inizio novecento. Anche l'interno è molto bello, diviso in molte sale, con le pareti dipinte con motivi "birristici", e numerose decorazioni di ogni tipo. Da noi visitato per pranzo, ci ha visti come gli unici clienti... Buon cibo, ho preso una potentissima "Flammkuchen" (una specie di pizza croccante) con abbondanti e saporiti condimenti; due birre prodotte, esatto, una hell e una dunkel, di discreta fattura, specialmente la seconda caratterizzata da un buon equilibrio comunque orientato sul dolce.

Conclusa la descrizione dei brewpub visitati, segnalo ora due locali, segnalati da Good Beer Guide e European Beer Guide nei quali siamo stati.
Il primo è la celebre Alt-Berliner Weissbierstube, situata davanti allo spiazzo chiamato Marx-Engels-Forum, a due passi dal Rotes Rathaus e dalla Alexanderplatz. Più che di una birreria si tratta di un vero e proprio ristorante (con interni, suddivisi in più piccole sale, bellissimi), tantochè siamo stati protagonisti di un piccolo equivoco: entrati alle 18 per una birretta, ci hanno fatto sedere al tavolo per poi "sgridarci" (comunque molto gentilmente) perchè pensavano volessimo mangiare (sarà che da noi alle 18 non si cena neanche in ospedale!). A dispetto del nome però non è che la Berliner Weisse fiocchi, ma è semplicemente elencata nella lista con le tre alternative, "Puur", "Himbeere" o "Waldmeister", ovvero "liscia", aromatizzata con sciroppo di fragola (e coloranti ed edulcoranti vari), o con sciroppo di asperula, versioni che van per la maggiore. Anzi: alla nostra richiesta di due Berliner liscie, la cameriera stupita ci avverte: "It's very sour!" (corsi e ricorsi storici: stesse parole di quando avevo chiesto una Rosé de Gambrinus alla spina al The Rake a Londra). Alla fine riusciamo ad ottenerla, nel giusto bicchiere e con la "tradizionale" cannuccia. L'unica Berliner ormai è la Kindl, dal momento che le birre a marchio Schultheiss sembrano ormai sparite dalla città. Dopo la fusione tra le due birrerie doveva essere l'impianto di Schultheiss ad avere la meglio, invece pare proprio sia successo il contrario: la struttura della fabbrica è stata trasformata in un forum culturale, la "Kulturbrauerei" (meglio così che un complesso di palazzine orrende come sarebbe successo in Italia). Grande tristezza però per quello che è il trattamento riservato allo stile: effettivamente la Berliner impera in tutta la città, ma nelle versioni rossa o verde: quasi tutti i locali non hanno nemmeno quella "pura". E con grande rammarico penso a come questo stile, per assurdo piuttosto famoso, abbia avuto un destino ben peggiore di quello del Lambic: se la "birra" a fermentazione spontanea del Pajottenland è stata bene o male salvata da questa fine, grazie a mobilitazioni internazionali, lo "Champagne del Nord" è, di fatto, uno stile ormai morto. Sperare in un moto di attenzioni in sua difesa è un poco utopistico, ma continuo a pensare che sia assurdo il poco interesse che la scena birraria mondiale abbia dato a questa tragedia: il Darfur della birra. Per la cronaca, come sono le due Berliner colorate? Orrendamente dolci e poco dissetanti: la bocca, anzichè venir pulita dal lattico della birra base, viene impastata dai dolcificanti e dagli aromi. Il gusto di quella alla fragola poi è terribilmente chimico, più sopportabile quello della versione all'asperula (forse perchè non abbiamo metro di che cosa sappia effettivamente l'asperula).

L'altro locale che abbiamo visitato si chiama Aufsturz, e si trova in Oranieburgerstrasse, strada con parecchi locali alla moda che collega Alexanderplatz agli Hackescher Hofe. Si tratta di un locale non troppo grosso e (perlomeno la sera) piuttosto affollato, da un pubblico generalmente giovane. Curiosamente l'unica birra alla spina è l'Heineken, mentre la lista delle bottiglie è niente di incredibile ma sufficientemente affollata, con scelte soprattutto nazionali e belghe; c'è anche una piccola ma buona selezione di Whisky. Insomma, un locale consigliato per una bevuta serale post-cena.

Un ultimo appunto su Berlino che riguarda un beer-shop, chiamato Ambrosetti (origine italiana?). Si trova nella parte ovest della città, l'abbiamo raggiunto dalla fermata della S-Bahn "Savignyplatz". Si tratta di un piccolo negozio che funge da distributore di bevande, ma che consente anche di comprare bottiglie singole, tanto che vi è un'esposizione a scaffali più simile a un beer-shop nostrano che a un "Dranken". La selezione riguarda quasi solo produttori tedeschi (vi era anche qualcosina di belga), con anche birre di piccoli produttori bavaresi piuttosto interessanti. Prezzi ovviamente stracciati per gli standard italiani. Dalle varie fonti so che c'è almeno un altro beer-shop in città, questa volta nel Karl-Marx-Allee, inequivocabilmente nella parte est.


Lipsia

Come detto all'inizio, si è trattato di un viaggio principalmente non-birristico, dato che l'offerta di Berlino è finita qui, e come visto non presenta nulla di eclatante. Ma non poteva mancare una tappa spudoratamente birraria: eccoci quindi, domenica 3 gennaio, spostarci a Lipsia (Leipzig), "ridente" città della Sassonia, nel profondo est della Germania. Dopo un viaggio in treno da angoscia (ICE, ovvero l'alta velocità tedesca, in ritardo di più di un'ora e incedente a passo lento, senza nessuna intenzione di recuperare il ritardo anzi) giungiamo nella imponente stazione di Leipzig Hauptbahnhof, la più grande stazione di testa al mondo (!) Purtroppo il tempo è quanto di più inclemente si possa pensare: il freddo e una nevicata colossale ci mettono a dura prova, specie la povera Thais che non aveva particolari interessi a venire a Lipsia, nonostante sia la patria del libro. Ma io perchè volevo andare a Lipsia? Dovreste saperlo: oltre alla patria del libro è la patria della Gose, stile folle ad alta fermentazione con aggiunta di sale e coriandolo, originario di Goslar, bellissima città della Bassa Sassonia, e poi trasferitosi a Lipsia. Si tratta di una specialità che è potuta nascere solamente grazie all'assenza del Reinheitsgebot (che storicamente riguarda solo la Baviera!), caduta nel dimenticatoio nel novecento e da poco più di dieci anni recuperata e più recentemente ancora giunta a fama mondiale. Un percorso di riabilitazione che vorrei veder percorso anche dalla Berliner... I produttori che si cimentano in una Gose (perlomeno, quelli tedeschi) sono tre: la Brauerei Goslar nella città di origine (che curiosamente produce una gose chiara e una scura), Bauer (che produce a Lipsia una gose per Ritterguts di Dollnitz nella Sassonia-Anhalt) e Bayerischer Bahnhof, grosso brewpub di Lipsia, autore della rinascita internazionale dello stile.

Tramite un moderno puntuale e comfortevole tram blu giungiamo quindi nella Bayerischer Platz, dove si trova la Bayerischer Bahnhof, ex stazione di testa della linea ferroviaria che si dipartiva verso la Baviera, oggi occupata dall'omonimo brewpub. I quattro archi sotto i quali passavano i treni servono oggi per indentificare con certezza la struttura. Per la cronaca, la stazione dovrebbe riaprire a breve quando sarà completato il "City Tunnel", un passante ferroviario sotterraneo che la collegherà alla Hbf, con fermate intermedie in centro. Insomma, nonostante fino a 20 anni fa la città si trovasse in una delle zone più disagiate d'Europa (anche se comunque nel "Land più ruggente" dell'ex DDR, per citare la mia guida), ora è una graziosa e ordinata città continentale europea. Tornando alla Bayerischer Bahnhof, per ora la zona antistante al brewpub è ancora un cantiere, e l'entrata allo stesso risulta quindi difficoltosa da trovare dal momento che rimane un po' nascosta. L'interno del locale è molto bello, con decori "ferroviari" di ogni genere, e d'estate dovrebbe essere ancora più accogliente date le ampie vetrate. Si materializza un sogno, quello di bere la buonissima gose direttamente sul luogo di produzione. É una birra incredibilmente beverina, simile per certi versi ad una blanche belga, ma con una curiosa sensazione salata. Talmente beverina che mezzo litro finisce in fretta. Il brewpub, famoso unicamente per la gose e per la sua strana bottiglia dal collo allungato (venduta a 10 euro come souvenir, più che come "birra"), produce anche tre altre birre, una pils, la "Heizer", una weiss ("Schaffler"), e una Schwarz ("Kuppler"). Le prime due sono di eccellente fattura, e dimostrano che oltre la Gose c'è di più (semi-cit.), ma è l'ultima che si rivela una birra eccezionale, una perfetta Schwarz (per dare un metro di paragone, molto più tostata e meno watery della Schwarzla di Kloster) che secondo me, in assenza della gose, avrebbe dato la fama al birrificio. In più, il cibo è molto vario, abbondante e buono. Una ottima visita quindi, che già da sola ha valso la trasferta da Berlino.

Tornando verso il centro col tram (per la cronaca: il biglietto giornaliero urbano era integrato nell'andata e ritorno ferroviaria fatta su internet e stampata a casa: ciao Italia) passiamo dal massiccio "nuovo municipio", sotto il quale, come da tradizione tedesca, è ricavata la birreria che si chiama Ratskeller. La voglio visitare dal momento che la Good Beer Guide la indicava fornita delle birre di Reudnitzer, produttore cittadino senza una propria mescita. Il locale è molto grande e piuttosto elegante, ma non sembra essere un problema sedersi per bere solo una birra. Quelle che volevo assaggiare sono però assenti: non approfondisco il perchè, non so quindi dire se il birrificio produca effettivamente ancora o se abbia semplicemente cessato il rapporto di collaboraznoie con la Ratskeller. Ripieghiamo su due birre, una hell e una dunkel, di Krostitzer, altro produttore sassone (legato al gruppo Oetker come Reudnitzer) non lontano da Lipsia: discrete, niente da gridare al miracolo.

ThomaskirchenContinuiamo la nostra visita riprendendo un tram lungo la circonvallazione interna e scendendo alla Augustusplatz, porta del centro storico. Da qui, percorrendo la Hauptstrasse, inizia il nostro giro che tocca le principali attrattive della città. Tra queste, la piazza del "Vecchio municipio" e la Thomaskirche, chiesa gotica che dopo essere stata teatro delle opere di Johann Sebastian Bach, ne ospita ora le spoglie. Proprio in un largo tra la chiesa e il vecchio municipio, è situato il brewpub An der Thomaskirche. Si tratta di un grosso locale che funge anche da ristorante, e dato che gli attuali gestori (non credo siano i fondatori) sono di origine italiana, serve principalmente cucina nostrana e pizza. Siamo però a metà pomeriggio e dunque ci fermiamo solo per una birra: sono due quelle proposte, una pils e una dunkel molto scura. Sono entrambe ben fatte e abbastanza godibili; restiamo però in incognito nascondendo la nostra italianità.

Usciamo nella fredda e nevosa Lipsia e prendiamo un altro tram dirigendoci verso il nord della città, dove si trova un altro locale molo famoso, l'Ohne Bedenken ("senza esitazioni/scrupoli"), che raggiungiamo passando davanti alla casa del noto poeta Schiller. Il locale, dall'austero aspetto esteriore, è caratterizzato da un interno molto "autentico" con pareti in legno, candele, fregi e altre amenità. La signora che gestisce il locale sembra, perlomeno come capigliatura, una specie di Dirk del Kulminator in versione femminile, e ovviamente non parla una parola di non-tedesco. Non abbiamo però troppi problemi a capirci: alla spina vi è la gose di Bayerische Bahnhof, mentre la Dollnitzer è disponibile solo in bottiglia (speravo di trovare anch'essa alla spina...), la signora però spinge di più sulla Bayerische Bahnhof, indicandocela come migliore e più "di Lipsia". Bere entrambe le gose una dietro l'altra non è roba da poco, anche se talvolta si può riuscirci dal mitico Nino a Nicorvo (anche se ovviamente con prezzi un po' differenti): in effetti le due birre sono completamente diverse: la Bayerische Bahnhof l'abbiamo già descritta, l'altra è invece più limpida, più ambrata e meno lattiginosa, meno simile ad una blanche, con il coriandolo meno in evidenza, e con una decisa acidità (lattica?). Cibo tradizionale e buono (solo un po' caro forse), ma la cosa più divertente della serata è stata una colonna sonora quantomai scorrelata con l'atmosfera del locale, che ha spaziato per tutta la musica commerciale, da quella odierna (Shakira, Katy Perry, etc.) fino a pescare cose che non mi sarei mai aspettato di ascoltare a Lipsia, come Sabrina Salerno. Dopo esserci gosizzati in abbondanza, salutiamo il mitico Ohne Bedenken e col tram ritorniamo verso la stazione. Poco vicino in verità vi era un altro locale segnalato dalla Good Beer Guide, ma non volendo perdere il treno (erano già le 22) tiriamo dritto; treno però che ancora una volta si presenterà con un quarto d'ora abbondante, alla faccia dell'efficienza tedesca.


Potsdam

L'ultimo capitolo lo dedico alla visita che abbiamo svolto nella giornata del 31 dicembre in quel di Potsdam, città alle porte di Berlino che, se ora è il capoluogo del Land del Brandeburgo, storicamente è stata la sede della residenza estiva degli imperatori germanici, precisamente nello Schloss Sans-Souci, con il suo bellissimo e immenso parco. Raggiungiamo Postdam con una linea apposita dell'efficiente S-Bahn: il parco non è vicinissimo alla stazione, e ci tocca quindi una passeggiata per la città nuova, caratterizzata da ampi spazi e architetture dell'epoca socialista. Raggiunto l'immenso parco, a ragione inserito tra i "patrimoni dell'umanità UNESCO", ci dedichiamo ad una visita allo stesso, che completamente imbiancato di neve ottiene un fascino particolare. La Good Beer Guide segnala tre birrifici a Potsdam: quello forse più interessante, Braumanufaktur, si trova però alcuni chilometri più a sud del centro, sulle sponde di un lago formato dall'Havel, un altro, Meierei, è nella città nuova dalle parti di Babelsberg, quartiere che funge un po' da "Cinecittà tedesca"; l'ultimo, Krongut Bornstedt è invece a pochi passi dal parco Sans-Souci, ricavato, insieme ad altre attività, in quella che era la cascina e tenuta agreste degli imperatori. Pranziamo quindi nell'ampio ed elegante brewpub, con una discreta presenza di turisti: il cibo ha prezzi un po' elevati ma con le scelte giuste (zuppa, l'onnipresente bretzel, cetrioli della Spreeewald, ecc) riusciamo a contenere le spese saziandoci. Le birre prodotte, con il nome Büffel, sono due, ovviamente una Hell e una Dunkel piuttosto scura, discretamente buone e abbastanza "rustiche" con aromi inconsueti ma gradevoli. Terminato il pranzo, torniamo sotto la neve per finire la nostra visita al parco, che si conclude al Neues Palais, una enorme costruzione all'estremità ovest della tenuta, realizzata per celebrare il successo prussiano nella "Guerra dei sette anni". Qui vicino vi è un'altra stazione, dalla quale prendiamo un treno regionale che ci porta rapidamente a Berlino Zoologischer Garten, da dove riprendiamo la S-Bahn per il nostro albergo.


L'ultima avventura che merita di essere descritta in questo report è il nostro viaggio di ritorno. Avevamo prenotato sul volo Easyjet in partenza da Berlino Schönefeld verso le 18 con arrivo attorno alle 20 a Malpensa, per cui ci rechiamo con congruo anticipo all'aeroporto. In occasione di questi ultimi giorni, il meteo si era opportunamente placato: le temperature restavano rigide, ma non vi erano state più precipitazioni nevose da almeno 48 ore, e il cielo era molto limpido. Arrivati all'aeroporto notiamo una situazione un po' preoccupante: mentre i voli di altri vettori sono generalmente regolari, alcuni di Easyjet sono in ritardo se non cancellati. Il nostro, fino a un'oretta prima della partenza, sembra non avere problemi, fino a quando viene annunciato con un'ora di ritardo. A dieci minuti da quella che avrebbe dovuto essere la nuova partenza le ore di ritardo diventano due. Dopo un'altra mezz'ora di attesa ci portano nel gate e arriva il velivolo che ci avrebbe dovuti portare a Malpensa: vengono scaricati passeggeri e bagagli e vengono imbarcati i nostri averi. Ad un certo punto, un addetto dell'aeroporto ci informa che l'aereo potrebbe ritardare fino alle 22, ma che potrebbe anche partire prima. Mezz'ora dopo ci viene sgarbatamente detto che il volo è cancellato, e di trovarci un'altra maniera di tornare in Italia. Da qui in avanti siamo stati completamente abbandonati a noi stessi: il personale dell'aeroporto non si trova o non ci sa dare informazioni, i banchi del check-in e delle vendite di easyjet sono stati frettolosamente abbandonati. Tra l'altro, dopo aver raggiunto i banchi del check-in, su suggerimento del tipo dell'aeroporto, gli addetti alla sicurezza con rigidità tedesca non mi fanno più raggiungere Thais che è rimasta ad aspettare i nostri bagagli, che arrivano dopo ore e senza essere annunciati. Capisco quindi, in piccolo, cosa abbia significato per i berlinesi trovare i propri affetti divisi da un giorno all'altro da un muro di cemento, dato che nel frattempo mi si scarica pure il cellulare e l'unico modo che abbiamo di comunicare è tramite biglietti "clandestini" infilati sotto ad una porta. Inutile dire che mi esibisco in un campionario di bestemmie degno dei San Culamo, e solo così riesco a sfogare la mia rabbia che altrimenti avrebbe coinvolto cose o persone. Inoltre ci viene detto che di lì a breve l'aeroporto avrebbe chiuso e ci avrebbero sbattuto fuori (con -15 °C!!). In qualche maniera riusciamo ad ottenere delle informazioni via internet, che però danno tutti i voli per il giorno successivo, sia di Easyjet che dell'altro vettore Airberlin, completamente prenotati. Dopo innumerevoli bestemmie e profanità ripieghiamo quindi sul treno, avendo trovato una soluzione in partenza alle 4 di notte da Berlino Hbf e con arrivo a Milano alle 16, con un cambio a Berna. Insieme ad un'altra coppia (Francesco ed Eliana, non abbiamo più avuto vostre notizie!) raggiungiamo quindi la stazione, facciamo i biglietti e ci addormentiamo in una stanza non certo dedicata allo svacco, ma poco ci importa. Tanto per cambiare il treno arriva con mezz'ora di ritardo, ritardo che durante il viaggio aumenta a dismisura raggiungendo le due ore. Perduta la coicidenza a Berna (fortunatamente avevamo fatto solo i biglietti per il primo treno) riusciamo, grazie all'aiuto da casa (mio padre al telefono che consultava gli orari su internet), a cambiare a Basilea e poi a Zurigo, e a raggiungere Milano verso le 18, con in totale 19 ore di ritardo sull'orario inizialmente previsto. Spesa totale: 250 euro a testa, non ancora (dopo tre mesi) rimborsatici da Easyjet, compagnia dalla quale quindi mi sento in dovere di consigliarvi di tenersi alla larga.

A parte questo ultimo "dettaglio" è stato comunque un bellissimo viaggio, per le buone bevute (soprattutto a Lipsia) ma soprattutto per aver visitato un luogo ricco di storia e di cultura, proprio nel ventennale della "caduta" del muro e della fine del "secolo breve". Vi ringrazio per la lettura quindi, sperando che le informazioni che avete trovato vi siano di utilità!


Indirizzi, orari di apertura e POI dei locali citati: (torna su)

Berlino
Lindenbräu
Sony Center (Bellevuestrasse 3)
T. +4903025751280
Sito web
Lun-Gio, Dom 11:00-01:00
Ven-Sab 11:00-02:30
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Lemke
S-bahnbogen 143, Dirksenstrasse
T. +4903024728727
Sito Web
Lun-Dom 12:00-?
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Eschenbräu
Triftstrasse 67
T. +490304626837
Sito web
Lun-Ven 17:00-?
Sab-Dom 19:00-?
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Südstern
Hasenheide 69
T. +4903069001624
Sito web
Lun-Dom 10:00-01:00
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Mitte
Karl-Liebknecht-Strasse 13
T. +4903030878989
Sito web
Lun-Dom 11:00-24:00
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Georgbräu
Spreeufer 4
T. +490302424244
Sito web
Lun-Dom 12-? (Gen-Mar)
Lun-Dom 11-? (Apr-Dic)
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Marcus-Bräu
Münzstrasse 1
T. +490302476985
Sito web
Lun-Ven 11:00-03:00
Sab-Dom 16:00-03:00
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Schlossplatzbrauerei
Astrid Rubbert Schlossplatz
T. +49017624399568
Lun-Dom 12:00-23:00
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Bräustübl Bürgerbräu
Müggelseedamm 164
T. +490306455716
Sito web
Mar-Sab 12:00-24:00
Dom 11:00-24:00
Chiuso Lun
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Lemke am Schloss
Luisenplatz 1
T. +490303419388
Sito web
Lun-Dom 12:00-?
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Brewbaker
S-bahnbogen 415, Flensburger Strasse
T. +4903039905156
Sito web
Lun-Sab 10:00-23:00
Dom 12:00-20:00
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Brauhaus in Spandau
Neuendorfer Strasse 1
T. +490303539070
Sito web
Lun 16:00-24:00
Mar-Gio 11:00-24:00
Ven-Sab 11:00-01:00
Dom 10:00-24:00
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Brauhaus in Rixdorf
Glasower Strasse 27
T. +490306268880
Sito web
Mar-Sab 12:00-01:00
Dom 10:00-23:00
Chiuso Lun
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Alt-Berliner Weissbierstube
Rathausstrasse 21
T. +490302424454
Lun-Dom 11:00-24:00
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Aufsturz
Oranieburger Strasse 67
T. +4903028047407
Sito web
Lun-Dom 12:00-02:00
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Ambrosetti
Schillerstrasse 103 - T. +490303124726 - Sito web
Lun-Ven 10:00-18:00; Sab 10:00-13:00; Chiuso Dom
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Lipsia
Bayerischer Bahnhof
Bayerischer Platz 1
T. +4903411245760
Sito web
Lun-Dom 11.00-01:00
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Ratskeller
Lotterstrase 1
T. +4903411234567
Sito web
Lun-Sab 11:00-23:00;
Dom, Fest 11:00-15:00
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Thomaskirche
Thomaskirchhof 3
T. +4903412126110
Sito web
Lun-Dom 11:00-24:00
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Ohne Bedenken
Menckestrasse 5
T. +4903415662360
Sito web
Lun-Ven 17:00-01:00 (Inverno);
Lun-Ven 12:00-01:00 (Estate);
Sab 12:00-01:00;
Dom 12:00-24:00
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Potsdam
Krongut Bornstedt
Ribbeckstrasse 6
T. +490331550650
Sito web
Lun-Dom 12:00-22:00
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